Il calcio riparte
La ripresa di A e B vista a "Succede alle 31" con Antonio Di Gennaro e Stefano Olivari. Tra opportunità e punti interrogativi il pallone italiano si rimette in moto e torna protagonista. Anche se per ora solo in tv
La ripresa di A e B vista a "Succede alle 31" con Antonio Di Gennaro e Stefano Olivari. Tra opportunità e punti interrogativi il pallone italiano si rimette in moto e torna protagonista. Anche se per ora solo in tv
Il calcio italiano riparte. La vecchia stagione riannoda il filo col punto in cui è stata interrotta. Il via tra poco più di una settimana: prima con la Coppa Italia e le semifinali Napoli-Inter e Juventus-Milan. Immediatamente a seguire la finale, a Roma, a porte chiuse, come tutte le partite di questa per certi versi surreale e inattesa appendice estiva alla stagione 2019/20. A ruota si riattiveranno serie A e serie B, con i recuperi delle gare mancanti e il resto del programma da completare entro al 2 agosto, quando inizieranno i playoff cadetti.
Di questo e tanto altro se n’è parlato nel lunedì sportivo di “Succede alle 31” in una puntata dedicata alla ripresa dell’italico pallone con Antonio Di Gennaro, già stella dell’Hellas dello scudetto e oggi opinionista tv, e Stefano Olivari, arguta penna del Guerin Sportivo. Un ritorno dell’attività calcistica tra opportunità, speranze, perplessità e rischi che presenta una condizione eccezionale per gli attori principali che torneranno protagonisti dopo cento giorni di stop. Non è mai accaduto un interruzione così lunga nella storia del football nostrano. Nei panni di ex, per Di Gennaro è più facile ipotizzare le sensazioni degli atleti. «Sarà davvero anomalo. Di solito, al massimo, ci si ferma un mese tra un campionato e l’altro ma c’è sempre la possibilità di allenarsi e tenersi in forma all’aperto. Qui siamo di fronte ad una situazione completamente diversa. Diventerà importante prepararsi bene sul piano fisico. I preparatori atletici dovranno curare ogni dettaglio anche per prevenire le possibilità di infortuni. Senza contare l’aspetto psicologico, a mio parere il più rilevante di tutti: il calciatore è dipinto come una persona ricca che vive in un mondo diverso e che solo una volta finita la carriera rientra nella normalità. In realtà sono esseri umani con le loro fragilità e le loro paure». La Bundesliga, ripresa ormai da tre settimane, può offrire un esempio su quel che accadrà in Italia. «In Germania si contano già setto-otto infortuni a livello muscolare – ha sottolineato “DiGe” – e i ritmi delle partite sono più lenti rispetto a come eravamo abituati. L’augurio è che piano piano si possa ritrovare la condizione psicofisica ideale per chiudere una stagione che si preannuncia impegnativa anche sul piano mentale».
Una ripresa in realtà non condivisa all’unanimità, al di là delle apparenze. Alcune società a rischio retrocessione – Torino e Brescia, su tutte – hanno più volte caldeggiato la proposta di congelare la stagione. Ci si rimette in moto con, rispettivamente, dodici (in A) e dieci (in B) turni da disputare, più i recuperi, i playoff di B e le coppe europee. Un tour-de-force su cui permane la minaccia della quarantena qualora dovesse manifestarsi un contagio di Covid-19 su un membro del “gruppo-squadra”. Si giocherà verosimilmente tutti i giorni anche per accontentare le televisioni a pagamento. Olivari fotografa la questione. «Il calcio è l’unico grande sport di squadra che ha provato a riprendere l’attività fino alla fine a prescindere dal pubblico perché è l’unico che non dipende dagli incassi dai botteghini. Il giro d’affari maturato il giorno della partita e dallo stadio che, in media, in Italia, vale al massimo solo il 15% del fatturato, dunque giocare a porte chiuse non rappresenta un danno economico al contrario di discipline come basket o pallavolo. Per quanto senza pubblico non sarà il calcio con cui siamo cresciuti, sappiamo che, oggi più che mai, i diritti tv sono fondamentali per l’economia del sistema».
La mancanza di fattore ambientale quanto potrà incidere? Anche in questo caso, per il giornalista il metro è la Bundesliga. «Per molti versi verrà estremizzato l’aspetto tecnico. Vedremo probabilmente partite più squilibrate a prima anche a causa dei ritmi più soft. Poi è naturale che senza pubblico le squadre forti in genere siano più agevolate nel far valere il loro maggior tasso tecnico». In più, ci sarà la novità dei due cambi aggiuntivi. Una formula tesa a prevenire infortuni e agevolare gli atleti sul piano dell’impegno fisico. «Il concetto delle rose lunghe varrà all’ennesima potenza». aggiunge Olivari. «Fra partite ravvicinate e la possibilità di accedere a cinque sostituzioni a partita, cresceranno ulteriormente le differenze tra chi è più ricco e meglio attrezzato e le altre squadre. Se prima su certi campi la squadra piccola e più debole cercava di far valere l’aspetto fisico, senza questi elementi ambientali e agonistici sarà ancor più difficile far punti con una grande. Per dire: cinque panchinari delle Juve sono in media più forti dei migliori cinque titolari di tante formazioni di A».
Tanti dunque i fattori che andranno a incidere sull’andamento di estate calcistica in cui Hellas e Chievo cercheranno di riallacciare il percorso positivo segnato nelle ultime gare in cui erano scese in campo a inizio marzo. Il numero dieci della compagine di Osvaldo Bagnoli non ha dubbi sul “suo” Verona: «Finora è stata una grande stagione. Ivan Jurić mi ha impressionato e con lui la capacità della società di allestire una rosa di giocatori dalle ottime potenzialità. Potrebbe essere un Gasperini in versione gialloblù. Mi auguro verrà blindato dalla dirigenza: può aprire un ciclo». Olivari è sulla stessa lunghezza d’onda: «Potrebbe davvero diventare una sorta di Atalanta-2. Dietro alle grandi, dal sesto posto in giù, si può giocare un buon calcio e Jurić ha dimostrato di avere grandi qualità». Per il Chievo, l’ex azzurro è fiducioso. «Alfredo Aglietti è riuscito a centrare una promozione l’anno scorso e potrebbe togliersi la stessa soddisfazione con il Chievo. In B il Benevento ha già vinto il campionato e vedo il Frosinone come favorita alla promozione diretta. Però i gialloblù ai playoff potranno far valere l’esperienza di un tecnico che è stato determinante nella passata stagione».
«Nelle difficoltà talvolta nascono le opportunità» ha ribadito Di Gennaro. Potrebbe essere la svolta per una riforma del sistema-calcio a ogni livello e un’occasione per snellire la burocrazia per la costruzione di nuovi stadi che attrarrebbero nuovi investitori e rilancerebbero la sostenibilità. Per rivedere tutta la puntata, in cui si è parlato anche del nuovo caso che riguarda Mario Balotelli, clicca qui.