Scuola: le ordinanze definitive per gli esami
Arrivano la fine dell'anno scolastico e gli esami di Stato: vediamo quali sono le novità introdotte dalle ordinanze del Ministero per i 15mila studenti veronesi coinvolti.
Arrivano la fine dell'anno scolastico e gli esami di Stato: vediamo quali sono le novità introdotte dalle ordinanze del Ministero per i 15mila studenti veronesi coinvolti.
Mentre non si placano le ironie per il riferimento della ministra Lucia Azzolina agli “studenti che non sono da riempiere come imbuti” (cit.), squillano le trombe per più di 15.000 studenti veronesi (sui 108.843 di ogni ordine e grado delle scuole statali di Verona): infatti, a meno di un mese dal loro svolgimento, il 16 maggio sono arrivate le ordinanze definitive sull’esame di Stato di I e II grado, anticipate dalla conferenza stampa della stessa ministra con il Comitato tecnico-scientifico. Ecco, in breve i punti salienti.
La valutazione: tutti potranno recuperare a settembre, giustamente. L’alunno non potrà essere bocciato se non in casi molto rari, ovvero in mancanza di frequenza (e valutazione) nel I quadrimestre oppure per provvedimenti disciplinari gravi. Già tutti sappiamo che, a causa dei ricorsi o del solo timore di essi, nessuno in effetti verrà bocciato.
L’esame di Stato di I grado (il vecchio esame di III media): gli 8741 studenti veronesi dovranno produrre un elaborato che sarà discusso online; il tempo per lo scrutinio finale sarà prorogato fino al 30 giugno. Un esame che, l’anno scorso, ha visto una percentuale in Veneto di ammessi del 98,5% e del 99,9% di promossi.
L’esame di Stato di II grado (la cosiddetta “Maturità”): riguarda circa 500.000 studenti italiani, 7.061 dei quali veronesi (tra scuole pubbliche e private), avrà inizio il 17 giugno (10 luglio per i candidati esterni) senza prove scritte; un colloquio orale della durata massima di un’ora.
Il contenuto del colloquio, di fronte a commissari interni, partirà da un elaborato sulle discipline di indirizzo; la discussione di un testo di letteratura italiana trattato durante l’anno e materiali preparati dalla commissione sul resto delle discipline. Lo studente racconterà poi la sua esperienza di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) e il ministro caldeggia, pur senza imporlo, che il tema “Cittadinanza e Costituzione” verta sull’esperienza vissuta nel periodo di pandemia. Lo studente partirà da un credito massimo di 60 punti (18 per il terzo anno, 20 per il quarto, 22 per il quinto); l’orale peserà 40 punti.
Ecco finalmente delle proposte chiare ma che ancora non soddisfano del tutto. Come tutti sanno, il governo si è intestardito nel voler gli esami “di Maturità” in presenza e la stessa ministra si è dichiarata legatissima a un rito, incurante che didattica a distanza, esami universitari e persino le lauree avvengano online. Il sogno, il rito, il mito dell’esame che il giovane ricorderà finché campa prevale su una cautela assoluta, rivendicata stella polare del ministero fino a un minuto prima. Addirittura, il professor Agostino Miozzo del Comitato tecnico-scientifico afferma che gran parte dello sforzo sia stato profuso per consentire «veramente uno dei momenti più belli della vita di un giovane, di uno studente». Quattro mesi di chiusura assoluta con grandi disagi per famiglie, alunni e insegnanti ma guai a toccare un esame con percentuali bulgare di promozione. Curioso. Meno curioso, ma più preoccupante, risulta il fatto che molte scuole, ancora oggi, non abbiano un protocollo di sicurezza e che non si sia fatta alcuna preparazione specifica del personale. Verrà fatto tutto all’ultimo minuto, quindi, come da gloriosa tradizione italica.
Sull’esame in presenza, però, grava un’altra incognita, quella della carenza di presidenti e commissari di commissione. Vuoi per l’età (sarebbero i più a rischio) o per il compenso, fermo da 10 anni almeno, di fatto i posti scoperti sono molti e gli uffici scolastici sono già pronti a procedere con nomine d’ufficio. Sempre che, a loro volta, i nuovi nominati non presentino certificati medici. Il testo ora verrà discusso coi sindacati e verrà certamente posta ancora la questione della responsabilità dei docenti – e del dirigente scolastico – nel caso di contagio (in quanto responsabili della sicurezza) oltre il fatto che, per permettere lo svolgimento dell’esame per i candidati esteri, ci sarà di ragionare sulla limitazione del diritto alle ferie degli insegnanti coinvolti.