A fine dicembre 2019 tu avevi grandi aspettative per il 2020. In genere, ti piacciono i numeri pari, ancor meglio se tondi – e vabbè, a ognuno… Per ovvi motivi, e anche senza entrare in strani calcoli da profezie azteche, sulla carta quest’anno nuovo e supertondo sembrava quindi avere il suo perché. Neanche due mesi, e il principio di realtà si è imposto in tutta la sua chiarezza. Ricordandoti (rubrichiamolo sotto #maiunagioia, never forget) che ogni tipo di superstizione è fallace. Pure la legge di Murphy, la cui scientificità è solo (e vagamente) nel titolo, vince su qualsiasi (auto-asserita) profezia. Un po’ come quando, in assenza delle viscere dei pennuti – difficili da trovare nonché alquanto antiigieniche, prova tu a sgozzare un pollo senza fare schizzi anche nell’angolo morto del soffitto – cerchi inconsciamente segni nel reale quotidiano: finisci con superstizione (se-ho-quattro-verdi-di-fila-e-arrivo-giusta-oggi-sarà-una-buona-giornata) 0, legge di Murphy e/o principio di realtà (l’ultimo-era-un-giallo-diventato-rosso-e-mi-becco-la-multa) 1. Con buona pace di Baudelaire e dei surrealisti, le “corrispondenze” sembrano esistere solo in stazione, e spesso neanche lì, visto il ritardo imprecisato del treno su cui stai. 

Forte della summenzionata presa di coscienza riguardo alla realtà oggettiva, ti interroghi quindi su quello che ti sembra un altro tentativo collettivo di capire/plasmare il futuro basandosi su ipotesi non dimostrabili, e cioè la vecchia cara utopia della perfettibilità individuale e collettiva. Che riportata al momento attuale si declina nella (eventuale) convinzione che l’umanità esca migliorata da questa prova difficilissima che è il Covid-19. Covid-19 che un paio (giusto due, eh) di riflessioni a livello di sostenibilità dell’attuale modello economico e/o situazione ambientale (studi connettono il tasso di diffusione del virus al tasso di inquinamento) oltre che sociologiche ed esistenziali le susciterebbe anche. Però questa è roba da professor-oni/ini/azzi buonisti e radical-chic, quindi meglio evitare i massimi sistemi (#maiunagioia, never forget) e concentrarsi sul fattuale vissuto dell’ultima settimana ragionando per induzione. Cioè cercando di stabilire la giustezza dell’assunto generale (siamo migliorati?) dai casi particolari [d’ora in poi CPnSeA], quindi non scientifici e arbitrari (li scegli tu), concentrandosi su:

– Elemento di riflessione economico. Il panorama è oggettivamente molto grave, in politically correct si direbbe, per non spaventare nessuno, “challenging”. Gente che rischia di o ha già perso il lavoro, realtà produttive che rischiano di o hanno già chiuso/sono fallite, ristrettezze economiche per tantissime persone, primi suicidi, aumento dell’usura e/o dell’infiltrazione di stampo mafioso causa le suddette difficoltà, necessità dell’aiuto economico dello stato e dell’Europa. Che sennò non je la famo. A fronte di ciò e di una necessaria collaborazione di tutti, siamo migliorati? CPnSeA : rincari in vari negozi/esercizi che fanno pagare al cliente parte delle perdite dovute alla chiusura ecc., aumento del nero bipartisan (la tua estetista non voleva farti la ricevuta; un tuo amico messo in cassa integrazione nonostante avesse ancora ferie viene però chiamato al lavoro tot ore a settimana non pagate; una signora per aiuto domestico non vuole essere messa in regola perché è già in cassa integrazione, ecc. ecc.) e domande di aiuti pur se fuori requisito – da verifiche Inps molti professionisti hanno chiesto i famosi 600 euro pur se non aventi diritto – e/o da parte di gente che lamenta perdite economiche per 40/50.000 euro in due mesi pur fatturandone mediamente 20.000 l’anno. Conclusione: ehm, mica tanto direi.

– Elemento di riflessione ambientale. Il panorama è oggettivamente molto grave, in politically ecc. ecc. Perché ora siamo concentrati sul Covid, ma non è che tutte le magagne già in essere, le robette tipo surriscaldamento globale e cambiamento climatico, contaminazione delle acque e dei suoli, consumo anzitempo (in genere ad agosto/settembre) delle risorse terrestri annue a disposizione siano magicamente risolte. Questo nonostante si voglia credere che i delfini/pappagalli/anatre/unicorni siano (ri)comparsi pure a Taranto, patria dell’Ilva. CPnSeA: guanti di plastica e mascherine usate, oltre a tutta la solita monnezza, sono buttati un po’ ovunque così alla c***o, senza pensare che ‘sti pezzi di guanti ce li troveremo tra un paio di mesi nel branzino che mettiamo in forno. Conclusione: ehm, mica tanto direi.

-Elemento di riflessione di sostenibilità economica, sociolog… ehm beh, cioè, insomma, ehm. Dai, questi li facciamo la prossima volta, che già coi primi due stiamo un po’ depressi. Cerchiamo di tirarti su dai, passiamo direttamente all’esistenziale. E per andare proprio sul sicuro sicuro sicuro sicuro scegliamo non l’evoluzione di rapporti umani/consapevolezze/comportamenti o altre cosucce così. Anche perché le foto della movida delle piazze di Brescia e Verona sono ancora fresche fresche, così come la sensazione che in assenza di prese di responsabilità istituzionali chiare la politica stia demandando al singolo l’intera responsabilità dell’efficacia della riapertura. No, dai. Prendiamo roba di più sicuro successo:

– Elemento di riflessione sulla qualità della vita: il miglioramento delle nostre rinnovate abilità culinarie. Durante la reclusione, ci siamo riscoperti (quasi) tutti posseduti dallo spirito di Cracco e di Suor Germana. Al punto che farina e lievito erano roba da mercato nero, che abbiamo provato pure le ricette di Nonna Papera, che sui social era tutto un tripudio di foto di torte, pizze, pesci, arrosti di unicorno, pane fatto in casa con o senza uvetta e/o olive, roba con il cardamomo e tutti i tipi e i colori di pepe esistenti in questo mondo e quell’altro. Daje. Su questo siamo forti. Anche perché noi italiani abbiamo una tradizione culinaria imbattibile, e non ce ne vogliano i franciosi. Dai che qua ce la facciamo. Forse un minimo di perfettibilità esiste, e anche #qualchevoltaunagioia. Poi vedi il murales della foto, che è uno schiaffo in faccia a Cracco, Nonna Papera e Suor Germana tutti insieme: pizza, patatine e kebab ok, ma insieme nononono, diosanto. 

E niente, nun je la famo. Legge di Murphy e principio di realtà battono qualsiasi tipo di auto-convincimento illusorio 764,33 periodico a zero. Ci riproviamo alla prossima catastrofe planetaria, dai. Intanto c’abbiamo da creare l’avatar Facebook. Ubi maior…

Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura

ché la diritta via era smarrita./Ahi quanto a dir qual era è cosa dura

esta selva selvaggia e aspra e forte/che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte;/ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,

dirò de l’altre cose ch’i’v’ho scorte./Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,

tant’era pien di sonno a quel punto/che la verace via abbandonai.

Dante Alighieri, CommediaInferno, Canto I