Achtung, Komplott!
Se la Germania se la cava meglio di altri nel gestire la pandemia, non è però immune ai movimenti complottisti. Ecco un breve catalogo per capire che i tedeschi non sono proprio come li si disegna.
Se la Germania se la cava meglio di altri nel gestire la pandemia, non è però immune ai movimenti complottisti. Ecco un breve catalogo per capire che i tedeschi non sono proprio come li si disegna.
A tutt’oggi la Germania pare il paese europeo che ha affrontato meglio la pandemia da Sars-Covid19, per numero di decessi e funzionamento del sistema sanitario. Merito non solo del virologo Christian Drosten che già a gennaio, per primo al mondo, ha sviluppato un test efficace, ma anche per la «capacità dei vertici governativi di prendere decisioni razionali in combinazione con la fiducia nel governo da parte dei cittadini», come ricostruisce un articolo comparso sul New York Times.
Ma se la maggioranza della popolazione tedesca ha accettato con fiducia le decisioni della Große Koalition guidata da Angela Merkel, è sempre esistita una minoranza non trascurabile e contraria, per motivi diversi, al lockdown, convinta della non pericolosità del Sars-Covid2.
Questa minoranza “contestatrice”, finora attiva solo nei social media, è venuta clamorosamente allo scoperto, proprio nel momento in cui, terminata la fase acuta dell’emergenza, sta partendo il gigantesco piano di sostegno all’economia deciso dal governo. L’ondata di protesta, iniziata da Stoccarda, ha raggiunto l’apice della visibilità lo scorso fine settimana, grazie a manifestazioni di piazza in tutte le maggiori città tedesche, durante le quali è stata regolarmente violata la distanza minima di sicurezza e si sono anche avuti tafferugli con le forze di polizia.
I dimostranti sono un insieme politicamente e ideologicamente eterogeneo di persone che ritengono eccessive e ingiuste le misure restrittive delle libertà individuali. Spesso sono lavoratori autonomi e piccoli imprenditori, gravemente minacciati dalle conseguenze economiche del lockdown, ma anche persone che – da sinistra, ma soprattutto da destra – da tempo non sopportano la cancelliera e ne vogliono le dimissioni. A questi si mescolano i no-vax, scesi in campo contro la vaccinazione obbligatoria anti Covid-19 ancor prima che si trovi un vaccino, e complottisti di ogni colore, che nel lockdown vedono una congiura di una congrega internazionale, mirante al dominio globale.
Non può mancare il supercattivo e “gran burattinaio”, ruolo che stavolta tocca a Bill Gates, colpevole di aver inventato il virus e/o di aver comprato a suon di miliardi l’Oms per poter sottoporre a vaccinazione obbligatoria l’umanità intera, per fare ancora più soldi o per controllarla in toto attraverso l’inserimento di chip sottocutanei.
Proprio i no-vax e i complottisti sono i più appariscenti e “folcloristici” tra i manifestanti. Uno dei loro leader è Attila Hildmann, cuoco di origine turca, finora noto come autore di libri di cucina vegana e per aver pesantemente insultato e minacciato su Facebook una giornalista del quotidiano berlinese Der Tagesspiegel, autrice di una recensione negativa del suo ristorante. Hildmann aveva commentato un post su Instagram del ministro della sanità tedesco, Jens Spahn, parlando di «vaccinazione obbligatoria pagata da [Bill] Gates» e di «stato di sorveglianza che stai preparando». In un altro contesto Hildmann ha annunciato la resistenza armata contro la prossima dittatura e l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale, topos ricorrente delle teorie cospirazioniste.
Un altro celebre complottista tedesco è il cantante Xavier Naidoo (l’artista, avrebbe dovuto rappresentare la Germania all’Eurovision del 2016, ma fece un passo indietro in seguito alle proteste per gli insulti contro gli ebrei e le persone Lgbt contenuti in alcuni suoi brani, ndr). In un video postato su Instagram ha negato che vi sia una pandemia, richiesto la produzione di prove concrete dell’esistenza stessa del virus e annunciato di voler far causa al governo tedesco per l’obbligo di portare le mascherine.
Tutto ciò può far sorridere, ma i movimenti che hanno mobilitato i diversi “dissidenti” e concretamente organizzato le recenti manifestazioni vanno presi sul serio. Si tratta di Querdenken 711 (ovvero “pensiero laterale”, mentre il numero è il prefisso di Stoccarda) e Widerstand2020 (Resistenza2020).
Querdenken 711 si presenta come movimento di semplici cittadini, impegnati a difesa della costituzione e dei diritti civili sospesi a causa della pandemia. Il leader di Querdenken711 è un imprenditore di Stoccarda, Michael Ballweg, senza esperienza politica, che dichiara di non volersi far strumentalizzare da nessun’altra forza politica né da complottisti. Più aggressivo e apertamente critico è Unsere Grundrechte (“I nostri diritti fondamentali”), un’iniziativa nata ad Amburgo. Sul suo sito web si leggono i classici argomenti miranti a contestare la letalità del virus.
Widerstand2020 si presenta invece come nuovo partito politico e invita i visitatori del sito a iscriversi. Il programma è ancora da definire e tutti gli iscritti possono contribuire a stilarlo. Da quel che si desume dal sito, la difesa dei diritti civili e della libertà ne costituiscono il nucleo aggregante. Fino al 10 maggio segretaria del partito è stata Victoria Hamm, una 36enne, psicologa e imprenditrice. Un prossimo congresso di partito dovrà eleggere il nuovo segretario. Intanto Widerstand2020 dichiara di avere oltre 100.000 iscritti, una cifra troppo alta per non destare pesanti sospetti e di cui nessuno ha potuto accertare la veridicità.
Puntando sulla tutela delle libertà individuali, questi movimenti mirano ad attirare nella loro orbita d’influenza la media e piccola borghesia ovvero una fetta dell’elettorato dei partiti tradizionali, in particolare della FPD, il partito liberale, dei Verdi e anche della CDU. Che sia una strategia non peregrina, lo mostra indirettamente un’affermazione della stessa Merkel, che ha definito le misure prese dal governo quasi un «affronto per la democrazia». Tuttavia è possibile che ci si trovi di fronte ad un fuoco di paglia, visto anche lo scarsissimo spessore politico dei capi politici di questi movimenti che, oltretutto, sono monotematici.
Ma molto, se non tutto, dipenderà come sempre dall’economia, cioè dall’impatto che la recessione avrà in Germania. Nel caso di una lunga e dura contrazione economica sarà probabilmente la AfD, per quanto lacerata da lotte interne, a beneficiare di questa temporanea aggregazione di dissenso. Nel caso di una veloce ripresa dell’attività economica e dei livelli occupazionali, la protesta potrà essere riassorbita dai partiti tradizionali.