“Bastava chiedere”, il leitmotiv del maschio
Dieci storie di femminismo quotidiano compongono il libro di Emma Clit, che racconta in maniera ironica vicende di vita vissuta dalle donne, alle prese con un costante carico mentale.
Dieci storie di femminismo quotidiano compongono il libro di Emma Clit, che racconta in maniera ironica vicende di vita vissuta dalle donne, alle prese con un costante carico mentale.
Quante volte una donna sfiancata dal lavoro, impegni, famiglia, bambini, si sente dire dal proprio compagno: «Bastava chiedere, ti avrei aiutata!».
È proprio da questa circostanza di vita al femminile che prende ispirazione il testo Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano. Scritto dalla giovane autrice francese Emma Clint, e uscito a febbraio 2020 per Editori Laterza, non rappresenta un libro nella sua forma canonica ma una sorta di vademecum puntuale in cui, attraverso vignette divertenti, semplici ed efficaci, si raccontano scene del quotidiano vissute da donne e soprattutto come affrontarle.
Emma Clit, classe 1981, è blogger, fumettista e ingegnera informatica. Comincia distribuendo volantini femministi all’entrata delle metro di Parigi prima di andare al lavoro. Nel 2016 decide di aprire un blog. Appena pubblicata on-line, la storia Bastava chiedere! esplode sul web con migliaia di condivisioni. Oggi i suoi racconti sono dei bestseller da 100mila copie e sono tradotti in molte lingue. Clit è autrice di Un autre regard, pubblicato in italiano da Centauria con il titolo Le brave ragazze si ribellano (2017), cui seguono Un autre regard 2 (2018), La charge émotionnelle (2018) e Un autre regard sur le climat (2019). Il suo blog è emmaclit.com.
Il libro Bastava Chiedere è uscito in cartaceo in tutte le librerie all’inizio di quest’anno ottenendo l’apprezzamento sia di pubblico che di critica: «Emma dimostra come un fumetto possa smontare la complessità delle dinamiche sociali» scrive il “The New York Times Book Review”, «Divertente e importante. Un libro da lasciare sulle scrivanie di tutti i vostri colleghi» sono i giudizi di “Elle”.
Bastava chiedere è diviso in 10 capitoli ognuno dedicato a una scena di vita vissuta da donne e raccontata tramite un fumetto, i cui temi affrontati sono diversi: la famiglia, la vita di coppia, le relazioni interpersonali, il lavoro, il rapporto con il proprio corpo, la maternità.
Già nella sua introduzione, affidata a Michela Murgia, si intuisce chiaramente quanto questo testo sia, nonostante un linguaggio estremamente leggero, un importante monito per tutte le donne: «per molte di noi vedersi in questo libro sarà una rivelazione, per altre un dolore, per tutte una opportunità preziosa.»
Il testo di Emma, con una raccolta di illustrazioni delicate e spiritose, riesce a esprimere concetti di valore in merito alle discriminazioni che ogni giorno le donne devono subire, in moltissimi settori della propria vita, proprio perché fanno parte del genere femminile.
Le disparità raccontate, frutto di un sistema estremamente patriarcale, sono narrate in modo diretto e spontaneo senza cadere in pesanti retoriche. Il primo fumetto che il lettore incontra quando si appresta alla lettura del testo è quello ispirato al titolo Bastava chiedere.
La vignetta illustra una donna che accoglie un’amica a casa sua per una cena, l’amica si siede sul divano col marito di lei a bere l’aperitivo mentre la moglie è affacendata tra bambini e la prepararazione del cibo.
A un certo punto una padella straborda mentre la donna sta imboccando uno dei bimbi, in fiamme dalla rabbia guarda il marito che sta rilassato sul divano con l’amica. L’uomo accorgendosi dell’accaduto se ne esce verso la compagna con un «ma bastava chiedere! Ti avrei aiutata!»
Il messaggio che Emma vuole trasmettere con questo fumetto, spiegato con diverse didascalie accompagnate ai disegni, è quello che la stessa autrice definisce come il “carico mentale” delle donne, ossia la gestione “manageriale” della famiglia costantemente in capo alle stesse, le quali devono non solo fare ma pensare di dover fare.
Pertanto l’uomo è e si sente solo il semplice collaboratore, non il socio alla pari di questo carico che, tuttavia, gli competerebbe.
Emma brevemente racconta come tutto ciò sia frutto di una società in cui la gestione della casa è sempre stata in capo alle nostre madri, che fin da piccole ci hanno insegnato questo modus operandi e ci hanno fatto da esempio mentre «i padri si limitavano ad eseguire le loro istruzioni».
I temi affrontati da Emma Clint sono diversi ma narrano delle scene giornaliere in cui una donna si rispecchia inevitabilmente come madre, come lavoratrice, come genere femminile ecc.
Bastava Chiedere sa raccontare con divertenti vignette uno spaccato della nostra società in cui la figura femminile viene severamente pregiudicata e dove la donna stessa, in virtù di una cultura patriarcale inculcatale e consolidata, si pregiudica scelte e azioni.
Con semplicità e schiettezza l’autrice ha saputo fare un quadro perfetto di un sistema che vede l’uomo sempre giustificato e la donna, al contrario, sempre in dovere di stare al proprio posto: emblematica la vignetta in cui una donna arrabbiata viene definita una persona isterica, mentre l’uomo arrabbiato viene definito come colui che conferma la sua personalità.
Un testo scorrevole, frizzante ma pieno di spunti seri su cui riflettere, che consiglio di tenere sul comodino non solo alle donne ma in particolare e soprattutto agli uomini.
Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano di Emma Clit,
Editori Laterza, 2020.