Il roditore descritto da Monica Sommacampagna, nel suo ultimo libro Ieri è oggi e anche domani, è il vero, tacito protagonista della storia immaginata dalla scrittrice veronese, giunta alla sua terza opera, questa volta edita da “Il seme bianco”. Comparsa nelle librerie lo scorso novembre, la vicenda del medico di famiglia Bruno Storti, con la sua personale rivoluzione esistenziale, se letta nel quotidiano di oggi, compresso dalla quarantena, assume aspetti ancora più sottili e per certi aspetti spiazzanti.

La trama si svolge tra una pigra provincia emiliana e una Milano rallentata dalla stagione estiva, un tempo in cui il nostro dottore da un incontro casuale con un cucciolo di coniglio sovverte i propri parametri di normalità. Come accade spesso in letteratura, sta all’animale mettere in moto la trasformazione dei personaggi, ma in questo caso nulla viene rivelato, piuttosto il racconto costringe il personaggio principale a fare i conti con la mancanza di passione nella propria vita, che apparentemente corrisponde all’ideale borghese di sicurezza e misurata agiatezza.  

Nel cuore della compatta certezza con cui ha condotto l’esistenza e giunto quasi senza traumi ai suoi sessant’anni, Bruno si sente sgusciare lentamente ma senza esitazione dalla propria maschera grazie alla purezza di un piccolo coniglio. La costruzione di un rapporto con un essere indifeso e totalmente diverso da sé lo pone su un piano di esistenza del tutto nuovo, privo di conoscenze certe e di automatismi. Bruno con il suo Baffy torna bambino e poi ragazzo, il tempo sottratto alle abitudini e vissuto con quel curioso esserino gli aprono delle fessure tra i soliti pensieri da cui, una notte all’improvviso, baluginano i ricordi di gioventù. Le emozioni di allora, la nostalgia per una specie di amore non corrisposto ma forse nemmeno del tutto sperimentato per la bellissima Barbara, e così anche le scelte di vita, la professione sicura ereditata dal padre, il matrimonio con una ragazza più accessibile, ben presto diventata più madre che compagna, d’un tratto cominciano a turbinare e a perdere appoggio.

E grazie prima alla presenza e poi all’assenza dell’animale, Bruno comincerà a sperimentare l’insicurezza che generano le passioni quando le si accetta nella propria vita. Il suo cambiamento metterà in crisi il piccolo universo in cui ha fino ad allora vissuto, e lo spingerà alla ricerca di risposte procedendo un po’ a tentoni, quasi seguendo quel saltellare imprevedibile che fanno proprio i conigli quando si sentono in pericolo, tra spinte di fuga e soste in preda ai dubbi.

A farne le spese sarà soprattutto il suo matrimonio, che sarà messo di fronte alla scelta di cogliere o meno una nuova occasione: la fatica di cambiare, di non vivere né in balìa delle emozioni né rifiutandole per paura dell’incerto, sarà il perno delle decisioni di Bruno e della moglie Olga.

«È il quotidiano che restituisce cose straordinarie, se lo si osserva con attenzione», afferma l’autrice, che già aveva dato prova della sua capacità narrativa con L’uomo senza etichetta, edito da Oliofficina, e con #cisonoanchio, uscito con Gabrielli editori, grazie al quale ha vinto il primo posto al VI Premio letterario internazionale Città di Sarzana e ha ricevuto la menzione speciale al 69° Premio Castello. «Avevo già inserito nella narrazione gli animali, penso al gatto che in #cisonoanchio rispecchiava i timori della protagonista. In questo libro ho scelto un coniglio, perché già in antichità era simbolo di rinascita e del superamento di paure ataviche – continua Sommacampagna -. È grazie a Baffy che la relazione di Bruno con il nipotino Denis diventa ancora più pura, vera, e ciò che non è stato vissuto con il figlio, grazie a un animaletto si trasforma in una seconda opportunità per imparare ad amare davvero.»

La tecnica dell’autrice, che oltre a dedicarsi alla narrativa è giornalista enogastronomica, sfrutta un rapido cambio di sequenza, pur amando la forza evocativa delle parole e dando un’ambientazione paesaggistica alle scene. Il ritmo però è rapido, la voce interiore del nostro medico si mescola con gli accadimenti, con i personaggi minori che intessono la sua vita di provincia, tra amicizie più o meno superficiali ed emozioni sempre più affioranti e dominanti. «Credo che la vita sia più ampia di quanto ci restituiscono le esperienze personali – conclude Sommacampagna – e appena si crede di saperne abbastanza, ecco che qualcosa di nuovo arriva a sorprenderci. C’è forse della magia in questo, ma nulla di New Age. Semplicemente, la vita è rotonda e ha prospettive molto più ampie di quanto pensiamo.» Percorsi che possono sfidarci e farci perdere l’idea che abbiamo di noi stessi, e che forse in molti desideriamo cominciare a intraprendere, proprio ora che siamo limitati nelle scelte personali e che vorremmo tanto, una volta per tutte vivere appieno e senza paure.