“Il Nazionale” ciao, si prosegue su “Heraldo”
Dopo quasi un anno e mezzo di attività la redazione si trasferisce in un'altra "casa", completamente rinnovata.
Dopo quasi un anno e mezzo di attività la redazione si trasferisce in un'altra "casa", completamente rinnovata.
Sono passati 17 mesi ormai da quando, a ottobre 2018, abbiamo esordito sul web con “Il Nazionale – Verona” e avviato questa avventura editoriale. A essere onesti, però, il termine corretto dovrebbe essere “riavviato”, visto che “Il Nazionale” (nella sua precedente intestazione) era già un magazine presente nel mondo del giornalismo veronese, essendo stato fondato dal suo editore e direttore responsabile Nicola Galetto nell’ottobre 2010. Un tempo – otto anni allora, dieci oggi – quasi “infinito”, se ci limitiamo a considerare il ristretto campo dell’editoria locale online.
Un paio d’anni fa, nella primavera 2018, un gruppo di giornalisti veronesi – collaboratori di alcune delle principali testate locali – propone all’editore di prendere in mano la testata, per rivitalizzarla e darle nuova luce, con una prospettiva più professionale. La lungimiranza di Galetto e la volontà di proporre ai lettori veronesi (e non solo) un prodotto fresco e competitivo hanno fatto, nei successivi mesi, il resto. Dopo quasi un semestre di febbrile attività preparatoria, il 17 ottobre 2018 siamo ufficialmente partiti con questa importante esperienza. Quasi un anno e mezzo è trascorso da allora. Un anno e mezzo durante il quale la redazione si è organizzata, è cresciuta, ha prodotto articoli, ha modificato più volte la sua impostazione aggiungendo sezioni, proposte, idee e collaboratori.
Nel tempo ci hanno affiancato in questa nostra attività quotidiana non solo altri giornalisti, interessati dal progetto e desiderosi di contribuire, ma anche esperti di fotografia, di economia, professori universitari, appassionati di cinema e libri e molti altri. Il tutto per consegnare, con un grande lavoro di équipe, a chi ci legge un magazine in grado di fornire un’informazione se possibile complementare e, in qualche caso, persino alternativa a quella già esistente a Verona e dintorni. A questo proposito negli ultimi mesi, si era cominciato a proporre alla città anche una serie di eventi con contenuti culturali, sociali e politici, che ovviamente in questi giorni difficili sono stati sospesi, ma che ci avevano permesso di approfondire ,insieme a personaggi della politica veronese ed esperti, diversi argomenti di pubblico interesse.
Siamo arrivati alla fine – che, però, vera fine non è – di questo percorso, visto che “Il Nazionale – Verona” per il momento chiude i battenti. Il nostro editore ha deciso di intraprendere altre strade, che mal si incastrerebbero con quella di chi detiene la responsabilità, economica ed editoriale, di un giornale. La redazione avrebbe potuto proseguire questa stessa avventura, ma visti i tempi particolarmente difficili ha preferito ripartire da zero con una nuova testata, “HERALDO”, un nuovo sito internet (www.heraldo.it) e una grafica completamente rinnovata.
La redazione no, quella non cambia. Rimane la stessa di prima con, in più, qualche nuova firma a completare ulteriormente l’offerta. Insomma, per noi si tratta solo di un trasloco in una casa che – questa volta – abbiamo costruito a partire dalle fondamenta.
Ma non è questa la sede e il luogo per le presentazioni della neonata realtà, che avverrà altrove. Questo è solo il posto per i ringraziamenti. In primis, dunque, a Nicola Galetto che, con la sua lungimiranza, libertà e generosità ci ha permesso di sperimentare senza alcun tipo di ingerenza, ma dandoci sempre grande fiducia. A lui oltre al nostro sentito grazie va, ovviamente, anche il più grosso degli “in bocca al lupo” per il suo futuro.
L’altro doveroso ringraziamento va a voi lettori, che ci avete appoggiato, sostenuto, condiviso sui social e anche criticato. Si sono aperti con voi dibattiti e confronti che abbiamo sempre ritenuto costruttivi. Senza di voi non saremmo qui a progettare e sognare di poter continuare con il nostro “sogno” giornalistico, per dirla un po’ alla Marzullo. Che, in un momento storico così complicato come questo, non è certo cosa da poco.
Continuate a starci vicino, non perdendo questo filo diretto di comunicazione e crescita individuale e collettiva che abbiamo instaurato insieme e che ora prosegue in forme analoghe, ma diverse.