In seguito al continuo diffondersi dell’epidemia per il coronavirus il mondo dello sport ha dovuto un poco alla volta arrendersi. Pochi giorni fa anche il Cio (Comitato olimpico internazionale) è stato costretto ad alzare bandiera bianca rinviando le Olimpiadi al 2021. La notizia obbliga ora gli atleti a reimpostare la propria preparazione in vista delle gare del prossimo anno. Uno di questi è Federico Falco, atleta veronese paralimpico di tennistavolo, che si stava preparando alla sua prima partecipazione, conquistata al termine di mesi di costante allenamento e grandi sacrifici.

In questo periodo in cui tutto si è fermato come hai impostato i tuoi allenamenti?

«Sono a casa dal 4 marzo quando sono rientrato in Italia dopo aver partecipato a un torneo internazionale in Spagna. Per ora mi sono arrangiato con pesi ed elastici. Mi manca invece la possibilità di potermi allenare sul tavolo. Avrei dovuto presentarmi il 22 marzo al centro federale ma è stato impossibile. Speriamo di poter riprendere presto, vorrebbe dire che la situazione è tornata alla normalità.»

Dopo aver atteso fino all’ultimo, confidando in un miglioramento, il Cio ha deciso il rinvio delle olimpiadi. Secondo te la scelta fatta è quella giusta?

«La decisione di rinviare la rassegna olimpica è stata la scelta migliore e più giusta. A Tokyo avrebbero partecipato atleti di 300 nazioni diverse e il rischio di contagio sarebbe stato altissimo. La salute, a mio avviso, viene prima di tutto.»

Un’ipotesi, poi tramontata, era anche quella di un rinvio a ottobre. Peraltro, già nel 1964, in occasione della precedente olimpiade disputata a Tokyo, la rassegna si era svolta nel medesimo periodo.

«Credo che rinviare per pochi mesi non sarebbe stato sufficiente per essere tranquilli. Noi atleti, peraltro, costretti in un certo senso a un’attività ridotta, avremmo dovuto intensificare gli allenamenti. Meglio, quindi, lo spostamento all’anno prossimo, anche se al momento non si conoscono ancora le date.»

Ora che il rinvio è ufficiale – pur non conoscendo le nuove date – come proseguirà la tua preparazione? «Per il momento naturalmente devo rimanere a casa. La speranza è quella di poter riprendere il prima possibile gli allenamenti presso il centro federale che da qualche tempo è stato trasferito da Verona a Lignano. I nostri allenamenti prevedono, nell’arco di un mese, due periodi di dieci giorni, intervallati da alcuni di riposo, in cui ci alleniamo mattina e pomeriggio.»

Il rinvio delle gare può mettere a rischio la qualificazione già conquistata?

«Si tratta di un tema per il quale le federazioni dovranno prendere una decisione in merito. L’auspicio, naturalmente, è che la qualificazione ottenuta non venga messa in discussione, anche se mi rendo conto che dopo un anno i risultati ottenuti possono essere diversi. Peraltro tra qualche mese è in programma un torneo in Slovenia dove chi vince può guadagnare in extremis una qualificazione. Si potrebbe aumentare in tal caso il numero di posti così da salvaguardare chi si è già qualificato, dando nel contempo una possibilità in più a coloro che al momento sono rimasti fuori. Si tratta, tuttavia, di una decisione che devono prendere altri.»

Andrea Borgato e Federico Falco (foto di Michele Castellani)

Per te si tratta della prima partecipazione a una rassegna olimpica. Dopo aver conquistato un oro ai mondiali e due medaglie di bronzo agli europei, quali erano, a questo punto, le tue aspettativa per l’olimpiade?

«Le mie aspettative erano erano e saranno quelle di ottenere il miglior risultato possibile. Rispetto alle gare come mondiali o europei qui si parte tutti alla pari. Quando si comincia, poi, entrano in campo anche altri fattori come emozione e fortuna. Per ora la mia partecipazione riguardava solo il singolo. Nella competizione a squadre bisognerà attendere il completamento delle qualificazioni e vedere se c’è qualche compagno con il quale disputare le gare. L’obiettivo principale, comunque, rimane quello di dare sempre il massimo.»