Quando si parla agli animali e non agli spettatori
Accolto negli Stati Uniti da critiche non propriamente clementi, Dolittle è l’esempio di come non andrebbe mai realizzato un film per ragazzi.
Accolto negli Stati Uniti da critiche non propriamente clementi, Dolittle è l’esempio di come non andrebbe mai realizzato un film per ragazzi.
C’è un adagio, nel magico mondo del Cinema, che dice “Non lavorare mai con bambini e animali”; forse né Robert Downey Jr., qui protagonista e produttore, né il regista e sceneggiatore Stephen Gaghan, solitamente più avvezzo a copioni ben più adulti e impegnativi, lo avevano mai sentito. Peccato. Peccato sia per loro che per noi, sia chiaro.
Accolto negli Stati Uniti da critiche non propriamente clementi, Dolittle è l’esempio di come non andrebbe mai realizzato un film per ragazzi.
In un’epoca cinematografica di pellicole a doppio livello di lettura, cioè che ben si adattano sia ad un pubblico giovane che a quello adulto (dai supereroi ai capolavori Pixar gli esempi non mancano), i quattro – QUATTRO! – sceneggiatori prendono come target di riferimento i bambini con il moccio al naso ancora capaci di sorridere per le immagini colorate e per gli animali parlanti e sfornano un pasticciaccio brutto da 175 milioni di dollari.
La storia avanza affannosamente e meccanicamente per 101 minuti a forza di scene sbrigative e per nulla coinvolgenti che vorrebbero tanto risultare divertenti e, invece, sono soltanto stupidine e banalotte.
Stupisce che gli sforzi profusi nell’operazione siano stati indirizzati più per gli elaborati effetti speciali – anche se di tutti questi irrealistici animali digitali non se ne può più già da un pezzo – che non per una buona sceneggiatura. Eppure le premesse per far qualcosa di meglio de Il Dottor Dolittle del 1998 con Eddie Murphy c’erano tutte, anche se il confronto diretto resta sempre Il favoloso dottor Dolittle del 1967 con Rex Harrison; insomma, l’innata simpatia di Robert Downey Jr. avrebbe potuto far miracoli, ma puntare solo su quella e su una confezione vacuamente sfarzosa ha contribuito solo a generare un sonoro flop al botteghino.
Si potrebbe obiettare che i 14 romanzi sul dottore che parla con gli animali, scritti a partire dal 1920 da Hugh Lofting, fossero fin dall’inizio concepiti come “roba per bambini”, ma evidentemente i bambini di oggi sono un pochino più esigenti del previsto e, dalle parti di Hollywood, per questa sottovalutazione qualche testa salterà di certo. Le poche idee e la sensazione di un progetto nato stanco, se non morto, purtroppo si pagano.
“Nessun animale è stato maltrattato durante questo film”. Ma gli spettatori sopra i 7 anni sì.
Voto: 2/5
Dolittle. Regia di Stephen Gaghan con Robert Downey Jr., Jessie Buckley, Michael Sheen e Antonio Banderas.