Lost in Sanremo – Day 1
E la prima serata è già andata in archivio. Il racconto del nostro inviato al Festival di Sanremo Matteo Dani.
E la prima serata è già andata in archivio. Il racconto del nostro inviato al Festival di Sanremo Matteo Dani.
E così, con le raffiche di vento che spazzano Sanremo, si comincia.
– Conferenza stampa pre-debutto. Diletta Leotta: “L’Ariston per me è come San Siro, prima ero a bordo campo ma ora giocherò da attaccante”. Amadeus, sulla presenza di Fiorello al Festival: “Io sarò l’ala destra e lui il grande centravanti, la mia felicità è porgere a lui l’assist decisivo”. Savino parla di Var, rintuzza ancora Amadeus: “scelta delle canzoni difficile come quella degli allenatori coi calciatori da mandare in campo”. Bene, facciamo che con le metafore sportive siamo a posto così. Grazie.
– Dopo aver passato 12 controlli, cinque curve ad angolo e 7 metal detector in 150 metri, arrivo in sala stampa per la serata. Prima delusione: la vicina di posto che mi schifava l’anno scorso non c’è più. Ma vedremo di farci conoscere anche dai nuovi. Confermata invece l’afa cambogiana che ci accompagnerà nel bunker per tutta la settimana. C’è bisogno di certezze nella vita.
– Ore 21.03, sento già la mancanza di un qualche duetto di Baglioni. Anche con l’usciere dell’Ariston, va bene uguale.
– Achille mio fa così tanto per scioccarci da risultare dozzinale. Peccato non aver capito metà del testo, però ho apprezzato il look, una chiara citazione degli alieni nudisti di Futurama.
– Gli ospiti. Di Tiziano Ferro dice Tatiana che devo scrivere bene, che “è un tipo superbo, bravissimo, non delude mai, sostiene il Festival”, ed io eseguo. Per fortuna che dopo il monologo della Leotta è arrivata Rula Jebreal ad alzare il livello del nostro pensiero critico. Con Albano&Romina la sala stampa ha già iniziato a sbracare malamente. Fiorello beh, oggi riuscirebbe a far ridere anche un congresso del M5S.
– La Rai, in versione Stasi, blocca sui social i video di tutti quei colleghi che fanno le dirette facebook con canti e balli in sala stampa riprendendo le immagini stesse immagini della tv. Questione di diritti. Godo.
– Le canzoni. Irene non mi pare poi così arrabbiata, per un attimo ho temuto che la Pavone avesse un attacco di sciatica, Anastasio se non altro mette una pietra sopra al pietoso love-rap all’italiana. Bugo e quell’altro mi han fatto tornare indietro di qualche anno, però mi aspettavo qualcosa in più. E comunque io Marco Masini lo vorrei sempre nel mio piano bar, anche se fa il cosplay di Paolo Bargiggia.
BONUS TRACK
– Sono davvero curioso di sentire stasera i commenti al pezzo di Gabriella Martinelli e Lula dedicato al quartiere Tamburi di Taranto. “Si chiudono le finestre, chiudono anche le scuole. C’è una puzza pazzesca e non si può respirare. Quando c’è vento nel mio quartiere. Non si può giocare”. La politica, quella vera, a Sanremo.
– Ma quanto bella è Rula Jebreal?