La spinta di Renzetti
Da teenager lo avevamo visto all'esordio tra i pro quindici anni fa: oggi il Chievo si affida a lui per trovare la spinta giusta, in campo e in classifica.
Da teenager lo avevamo visto all'esordio tra i pro quindici anni fa: oggi il Chievo si affida a lui per trovare la spinta giusta, in campo e in classifica.
Brevilineo, magrolino, tutto corsa e cross dal fondo sul lato mancino. Di Francesco Renzetti conserviamo un ricordo vivido delle prime volte in cui lo abbiamo visto giocare dal vivo. Da allora sono passati oltre quindici anni e nel frattempo quel teenager è diventato un rispettato professionista. Nell’autunno del 2005 era sceso in campo tre volte in Coppa Italia di Serie C, competizione a cui il Genoa aveva sventuratamente dovuto partecipare. Per demeriti poco sportivi, ricordando l’antefatto: il sodalizio di Enrico Preziosi era stato retrocesso d’ufficio dopo la celeberrima combine della partita contro il Venezia della stagione precedente che invece sarebbe dovuta valere la promozione in A. Un’annata strana, complicata, tanto che nella competizione di categoria a eliminazione diretta fu deciso di dare spazio anche ai più interessanti ragazzi della Primavera di Vincenzo Torrente. Giovanni Vavassori colse l’opportunità: per Renzetti, classe 1988, quelle due gare di Marassi contro Pisa e Ravenna più la gara in trasferta in Toscana combaciarono con le sue prime uscite da titolare nel mondo dei pro.
Il nuovo acquisto del Chievo nel capoluogo ligure c’era arrivato da ragazzino. Originario di Dolceacqua, nel lembo finale della riviera di Ponente verso la Francia, nato anagraficamente a Montecarlo e calcisticamente nel ruolo di ala, era stato scoperto da Claudio Onofri tra i ragazzi del Ventimiglia. Dopo la trafila nelle giovanili rossoblù e un triennio alla Lucchese in C, nel frattempo ha allineato 350 partite di serie B, tra Albinoleffe, Cesena – con cui ha disputato anche un campionato di A -, Padova e Cremonese.
“Né di vodka, né di Moretti, ubriachi di Renzetti” è stato un celebre striscione dedicato al giocatore esposto alla Fiorita dai tifosi romagnoli. Apprezzato per la sua vitalità a coprire ma anche e soprattutto a spingere in avanti, il suo identikit appare in linea alle attuali necessità della formazione di Michele Marcolini. Giocatore “di categoria”, nell’accezione virtuosa della definizione, ha le caratteristiche e i presupposti ideali per coprire una posizione, quella dell’esterno sinistro, su cui i gialloblù hanno avuto difficoltà nel trovare un definitivo proprietario, con ben tre – saranno quattro con lui – giocatori alternati in questa prima parte di stagione, tra alti e bassi.
Dotato di polmoni e dinamismo, nel frattempo ha irrobustito il fisico e, da esterno alto, negli anni Renzetti è stato successivamente riconvertito in terzino sinistro in una difesa a quattro, non disdegnando apparizioni nella posizione originaria più avanzata. Per le dinamiche della formazione gialloblù, il suo contributo sarà fondamentale in entrambe le fasi del gioco. La capacità di andare al cross e è di certo una dote che gli attaccanti gialloblù potranno apprezzare. La capacità di battuta con il piede mancino lo rende un giocatore estremamente interessante sul piano tecnico. Calcia anche di destro, giocando la palla con una diversa modalità.
A trentadue anni è implicito che l’esperienza non gli manchi, così come la voglia di giocarsi tutte le carte per provare a riconquistare la massima categoria assaporata solo per un anno e a cui, a dire di molti, avrebbe meritato di farne parte più a lungo. Con il Genoa stava per tornarci nell’estate del 2016 ma, alla fine, scelte tecniche di Ivan Juric e movimenti di mercato lo hanno riportato tra i cadetti. Nonostante le ottime premesse, le sue presenze in campo in questa prima metà del torneo a Cremona non sono state costanti. Riassumendo: Renzetti a Verona ha la possibilità di far svoltare la sua stagione. E, per proprietà transitiva, potrà aiutare a dare una spinta, anche sul piano metaforico, a quella del Chievo.