Dopo gli applausi servono i punti
Anche contro l'Atalanta i gialloblù hanno disputato una grande gara, uscendo dal campo a mani vuote. Ora, per non compromettere il buon andamento in campionato, dopo gli applausi servono i punti.
Anche contro l'Atalanta i gialloblù hanno disputato una grande gara, uscendo dal campo a mani vuote. Ora, per non compromettere il buon andamento in campionato, dopo gli applausi servono i punti.
La sconfitta di Bergamo, inutile negarlo, ha lasciato molto amaro in bocca. Come già successo in occasione del match casalingo contro la Roma della settimana precedente, i gialloblù hanno disputato un’ottima gara ma sono usciti dal campo a mani vuote, senza racimolare nemmeno un punticino. Un film già visto anche nelle partite con Juventus e Inter. Tutti incontri dove si è seminato molto e raccolto nulla. La classifica non desta per ora particolare preoccupazione – rimangono sette i punti di vantaggio sulla zona “calda” – tuttavia è assolutamente lecito e conveniente non sottovalutare alcun segnale. Il ko patito contro l’Atalanta, infatti, pur senza tralasciare la bontà della prestazione offerta contro un’altra squadra dotata senza dubbio di maggior qualità ed esperienza, obbliga a soffermarsi su alcuni fondamentali aspetti.
Prima di tutto sarebbe sbagliato far passare in secondo piano i primi seppur deboli segnali di stanchezza, più fisica che mentale, mostrati dalla squadra nella seconda metà della gara. Giocatori come Amrabat e Faraoni, pedine sinora insostituibili dello scacchiere gialloblù, abituati a “portare la croce” sin dalla prima giornata, potrebbero più di altri avere la necessità di tirare un attimo il fiato, attingendo magari da alcune soluzioni alternative presenti nel mazzo a disposizione di Juric. Nel match contro la squadra di Gasperini la squadra è andata in difficoltà proprio nei venti minuti finali, quando i nerazzurri hanno alzato i ritmi di gioco. Lo stesso Veloso, rientrato in pianta stabile dopo l’infortunio, meno supportato da Amrabat – passato nei minuti finali a fare il centrale di difesa – ha faticato pure lui a dettare i tempi di gioco. Sull’esito finale ha senza dubbio inciso negativamente anche l’affrettata espulsione di Dawidowicz – cosa che ha costretto Juric, oramai senza più cambi a disposizione, a reinventarsi la linea difensiva – ma ciò rappresenta solamente un ulteriore dettaglio e non la chiave di lettura.
L’altro aspetto, non meno importante, riguarda le sei segnature subite in appena due giornate. Un piccolo segnale di allarme sul quale riflettere, soprattutto se si tiene conto del fatto che, nelle precedenti tredici giornate, i palloni finiti alle spalle di Silvestri erano stati solamente undici. Senza togliere meriti a chi ha giocato, in queste ultime settimane si è oltremodo avvertita l’assenza di Kumbulla. Lo stop occorso al giovane centrale albanese, la squalifica di Gunter e il nuovo infortunio di Bocchetti – uscito sabato a fine primo tempo – hanno obbligato il tecnico gialloblù a rimescolare più volte la composizione del trio di difesa con l’inevitabile dazio pagato sul piano dell’affidabilità e della coesione di reparto. Il ritorno al terzetto base, già a partire da domenica prossima, dovrebbe diventare a questo punto un fattore di buon auspicio per riuscire a interrompere la serie negativa.
Prima della sosta natalizia – per Veloso & C. la pausa arriva con una settimana di anticipo, in quanto la trasferta del 22 dicembre in casa della Lazio è stata rinviata a gennaio, a causa della finale di Supercoppa Italiana che vede impegnata la compagine biancoceleste – i gialloblù sono attesi da un’importante quanto difficile sfida casalinga con il Torino. La squadra di Mazzari, pur reduce da alcune settimane di contestazione per un rendimento inferiore alle aspettative di inizio stagione, rimane una formazione tosta e ben organizzata, sicuramente destinata a correre per obiettivi diversi da quelli scaligeri. Domenica, inutile far finta di niente, fare punti è d’obbligo, gli applausi, seppur graditi, non sono più sufficienti. Paradossalmente meglio cinici, brutti e cattivi se questo può servire a raccogliere qualche punto. La classifica, alla fine, è sempre la cosa che conta di più.