Il terzo caffè, l’amore e le regole per capirlo
Le regole per capire se il partner ti ama cambiano a seconda dell'orientamento sessuale e del genere a cui appartieni. Se sei una donna eterosessuale, ti conviene diventare una geisha.
Le regole per capire se il partner ti ama cambiano a seconda dell'orientamento sessuale e del genere a cui appartieni. Se sei una donna eterosessuale, ti conviene diventare una geisha.
Contesto. Tu stai strisciando verso il secondo caffè della mattina, rigorosamente immediatamente successivo al primo pena il non avere nessuna efficacia. La tua situazione neuronale si sta lentamente stabilizzando – prima del primo caffè non sei tanto parlabile, post sei vagamente senziente, dopo il secondo sembri quasi alfabetizzata –, fuori c’è un accenno di sole, hai pure un po’ di tempo prima di catapultarti fuori in ansia perché sarai in ritardo. Insomma, sembra un inizio giornata normale in cui il mondo pare normale. Quindi non ti aspetti un colpo basso via etere. E invece.
Alla radio, subito dopo Tiziano Ferro e subito prima di Mahmood, gli speaker commentano un articolo recente relativo a un argomento sempiterno, sempre efficace, originale quanto la polemica sui prossimi festeggiamenti per Halloween – festa che tu detesti perché sei una radical chic de*****a e perché è una specie di data di scavallo dopo la quale si passa senza transizione a parlare del Natale, ‘na sorta di modernizzato “dopo di me il diluvio”–, e cioè i 7 segnali per capire se lui/lei ti ama davvero. Che va bene, eh. È ancora mattina, sei ancora al secondo caffè, sentir discutere della Critica della ragion pura sarebbe giusto un filo troppo impegnativo. Quindi meglio i 7 segnali, le 7 stelle di Okuto, i 7 segni zodiac.. ah no quelli son 12. Però la tua vaga alfabetizzazione ti fa confusamente registrare alcuni elementi più o meno farlocchi, almeno secondo te. Ti riprometti quindi di approfondire l’analisi più tardi, quando somiglierai un po’ di più a una parvenza di homo sapiens, cosa utile anche se tratta di argomenti bidone.
E qui, primo svoltone. Ovviamente non ritrovi l’articolo citato lui-lui. Però il web è ricco di dissertazioni sull’argomento declinate in tutte le salse e a tutti i livelli. Apparentemente, l’ansia di capire va che è un piacere. “Capire” è il termine ricorrente, insieme ovviamente alla coniugazione presente del verbo “amare”: l’ansia da comprensione sembra essere rivolta solo all’hic et nunc, perché la versione passata e futura pare non essere contemplata. Ok. Si va dai metodi più economici in termini di tempo – da segnalare un fulmineo “come capire se lui ti ama davvero con una sola domanda” [e vabbé], seguito a breve distanza da un “3 metodi efficaci per capire…” – ad altri intermedi quanto a impegno e livello di analisi – ad un laconico “7 segnali per capire…” si giustappongono un più poetico “questi 7 momenti ti rivelano se lui ti ama davvero, perché l’amore spesso è un mistero (affascinante) da risolvere” e più pragmatici “Ecco i dieci segnali fondamentali che ti faranno capire…” e “10 modi per capire…” – per approdare infine a una specie di masterclass della comprensione – “15 segni e atteggiamenti indiscutibili che provano che lui ti ama davvero” e “Come capire se ti ama davvero: 18 passaggi”, che sono però “illustrati”, perché qui il gioco si fa duro. E questa è solo la prima pagina di Google [diosanto].
Tale florilegio di offerte esegetiche presenta però un paio di limiti evidenti a livello sociologico – sui contenuti non ti esprimi, ai posteri l’ardua sentenza. In primis, la maggior parte dei testi succitati è rivolto ad un target femminile. Apparentemente, le donne sono più in fissa con l’ansia di capire. In secundis, nessuno dei testi in esame fa nemmeno lontanamente allusione alla possibilità di un amore non eterosessuale perché i pronomi sono sempre “lui” e “lei”. In un paese in cui gente (pluri)divorziata e/o convivente e/o con figli fuori dal matrimonio sente il bisogno di rassicurare tutti con un “difenderemo Dio, patria e famiglia, fatevene una ragione” che suona come una minaccia, forse i gay sono meno ansiosi riguardo alla comprensione dell’universo sentimentale, o più intelligenti – lo capiscono da sé e non hanno bisogno di un giornale per questo –, o non sono mai innamorati, o magari sono un mito metropolitano inesistente ergo non contemplato nemmeno quanto si parla di argomenti d*****a. Mah, anche qui ai posteri… [ndr. Spoiler: le ipotesi formulate sono solo provocatorie e ironiche e non da prendere alla lettera].
Comunque. Siccome tu sei democratica e i privilegi ti scocciano un po’ – perché queste perle inestimabili sul capire devono essere propinate solo alle donne etero? Nononono – nonché testarda, vai a cercare meglio. Ci sarà pur qualche testo che illumini anche il maschio etero, no? Sì, c’è, e sarebbe quasi meglio che non ci fosse. La lista è più corta, ma il tuo preferito a livello di argomentazione contempla ben 19 indicazioni per “leggere nella sua [di lei] mente”, attività che qualche riga sopra è stata qualificata come “molto difficile”. A prova del fatto che il mondo della chiaroveggenza amorosa è roba da uomini con stomaci forti. A parte qualche ovvietà – lei si informa su come stai, si prende cura di te, ti prende per mano, parla alla prima persona plurale non maiestatis ma includente, ti aiuta, ti apprezza, ti rispetta, non flirta con altri uomini e non parla male di te con le sue amiche, ti “copre con una coperta quando ti addormenti e pensa che tu abbia freddo” [giuro che è testuale] –, altri punti meritano una maggiore considerazione.
Secondo l’11, lei “Non può rimanere arrabbiata con te, per qualsiasi motivo, per più di un paio d’ore. Una donna che ama non riesce a rimanere arrabbiata con te per lungo tempo. È responsabile delle sue azioni e chiede scusa o accetta le tue scuse, si preoccupa di te e dei tuoi sentimenti”. Che bello. Se sei un uomo etero puoi metterle sotto il gatto con la macchina, andare con sua sorella, dimenticare il suo compleanno, sminuirla sul lavoro e davanti agli altri ché tanto le passa in un paio d’ore. Se non è così, non sei tu che magari sei stato una m***a, è lei che non ti ama. Come suggerito anche dal punto 14, secondo cui la vera-donna-che-Ama “Chiede sempre scusa dopo una litigata, anche se non è colpa sua [ndr. il sottolineato è tuo, a testimonianza del tuo stupore di fronte a un assunto che a saperlo prima ci saremmo risparmiate un sacco di mene]. A volte lascia da parte il suo orgoglio e cerca di fare pace, anche se pensa che di non avere nessuna colpa” e dal punto 12, secondo cui la vera-donna-che-Ama “Sceglie sempre te. Se deve scegliere tra te e qualsiasi cosa importante per lei, sceglierà sempre te, perché una donna segue sempre il suo cuore”.
Diosanto, a saperlo prima che le uniche vere-donne-che-Amano sono le geishe ci saremmo pure organizzate, perché a noi comuni mortali quasi sarebbe convenuto essere/diventare lesbiche: almeno potremmo incazzarci per più di due ore e mezza se l’altra ci ha sfasciato la macchina per investire il nostro gatto dopo essere stata con nostra sorella il giorno del nostro compleanno.
Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita./Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte/che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;/ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte./Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto/che la verace via abbandonai.
Dante Alighieri, Commedia. Inferno, Canto I