Alla scoperta degli animali e dei vegetali della città, minacciate da cambiamenti climatici, specie alloctone, uso dei pesticidi. Una full immersion nella natura urbana veronese che ha bisogno di essere conosciuta e tutelata.

Domenica 6 ottobre si celebra in oltre 60 città in tutta Italia “Urban Nature”, la giornata dedicata dal WWF Italia alla Natura in città, con eventi all’aria aperta, incontri con gli esperti, passeggiate naturalistiche e visite guidate. Un’iniziativa nata nel 2017 per sensibilizzare i cittadini e promuovere il valore della biodiversità urbana, coinvolgerli in attività per scoprire il verde urbano e imparare come agire per preservare le aree verdi e tutelare la fauna che vi abita. 

“Urban Nature” la Festa della Natura urbana

«La conoscenza della natura è fondamentale per conservarla perché ci si batte e ci si adopera solo per quello che si conosce e che si ama», afferma Michele Dall’O’, Presidente di WWF Verona, ingegnere, ricercatore naturalistico ed esperto conoscitore di flora e fauna del nostro territorio.

Il WWF scaligero ha organizzato per questa domenica un evento in cui la Natura sarà protagonista di una giornata con iniziative escursionistiche e scientifiche. Si parte con una speciale Caccia al tesoro – BioHunt alle 11 in Lungadige Galtarossa, presso il parcheggio del Boschetto, che prevede un “Bioblitz” all’interno dell’area lambita dal fiume Adige e in mezzo al verde degli alberi.

Successivamente, alle 14.30 presso il Museo di Storia Naturale prenderanno il via gli interventi del dottor Leonardo Latella, Conservatore della Sezione di Zoologia, sulla fauna della città di Verona e la sua evoluzione, e del dottor Sebastiano Andreatta, Conservatore della Sezione di Botanica, sulla flora cittadina e la sua composizione. Concluderà la giornata la relazione di Dall’O’ sul significato di “Urban Nature”.

Il WWF durante “Urban Nature”

Ma l’evento non nasce solo per festeggiare l’importanza della natura: il WWF Verona dedica questa giornata a una “call to action” per richiamare l’attenzione sul valore degli spazi verdi cittadini e come sia essenziale tutelare la biodiversità al loro interno.

«È ben nota, addirittura dai pamphlet scritti nell’Ottocento, la non particolare propensione al verde di Verona. Speriamo che il Regolamento del Verde contribuisca a far cambiare il vento: gli alberi sono l’unico mezzo che abbiamo per immagazzinare CO2, tanto per restare su alcuni “servizi” che ci dà gratuitamente la natura» sottolinea Dall’O’.

Il presidente del WWF veronese ha poi chiarito alcuni degli aspetti più importanti trattati dalla giornata.

Che cos’è la biodiversità urbana?
«È la ricchezza della vita selvatica, flora e fauna, all’interno di un ambiente antropizzato. Un assurdo? Forse! Ma serve innanzitutto a ricordarci che noi stessi siamo parte integrante della natura e che – nonostante una tecnologia sempre più pervasiva e un’apparenza di controllo quasi totale – dipendiamo totalmente da essa. Pensiamo solo all’ossigeno che respiriamo, prodotto dagli organismi fotosintetizzanti, o ai numerosi servizi “ecosistemici” che la biodiversità ci fornisce gratuitamente: la fertilità dei terreni, l’impollinazione dei fiori, la capacità di autodepurazione dei fiumi.»

Quali sono secondo lei le azioni più urgenti per preservare la natura in città?
«Favorire le condizioni adatte alla vita selvatica: innanzitutto incrementare il verde urbano e creare corridoi ecologici tra la montagna, la collina e la pianura. Verona in questo è favorita dalla presenza dei Vaj e dalle mura che fanno da cerniera tra la collina e la campagna. Poi, diversificare gli ambienti, creare interfacce (ecotoni) tra habitat differenti, come le siepi o i canneti e favorire la crescita di vegetazione lungo le sponde di fossi, canali e fiumi. Ma soprattutto non usare diserbanti e pesticidi – o quanto meno farne un uso ragionato (qualcuno parla di sostenibilità) –. Insomma tutto il contrario di quello che che si sta facendo adesso.»

Come si svolgerà l’iniziativa “Urban Nature” a Verona?
«Come ho già sottolineato, la conoscenza della natura è fondamentale per la sua conservazione. Questo può essere fatto attraverso la “citizen science”, ovvero tramite osservazioni naturalistiche operate da non professionisti, ma con la supervisione di esperti. Il “Bioblitz” ha lo scopo di conoscere le specie di flora e fauna che vivono in città. Con la collaborazione di esperti  del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, del WWF Veronese e di altre associazioni naturalistiche amiche ci troveremo al Boschetto e lì andremo “a caccia” (con i binocoli) di specie, mostrando ad adulti e bambini che il verde non è solamente rappresentato da file ordinate di alberi (peraltro diventati ultimamente bersaglio delle motoseghe) e che la fauna è qualcosa di più dei pur importanti animali da compagnia.»

Mi parli della qualità del clima in città e di come ha influenzato le specie locali.
«Il dato che caratterizza climaticamente la città è noto: negli anni dal 2010 al 2018 la temperatura media annuale è aumentata di 2 gradi rispetto al periodo 1970-1978. Un’enormità! D’altronde ci siamo lentamente abituati a presenze “aliene” che a causa del riscaldamento climatico o della globalizzazione, da qualche anno hanno fatto capolino nella nostra città. Penso ai gechi o alla zanzara tigre o a Cacyreus marshalli, la farfallina dei gerani. La fauna e la flora cittadine sono in continua evoluzione: un paio di settimane fa i giovani del WWF veronese hanno organizzato un “Bioblitz” al Giarol Grande (Parco dell’Adige Sud) e hanno trovato alcune specie di ortotteri (grilli e cavallette) tipiche di climi mediterranei, migrate recentemente dal sud. Del resto la vegetazione che adesso sta fiorendo sulle sponde dell’Adige è in buona parte alloctona, cioè non originaria delle nostre zone.»

Cosa ne pensa della recente manifestazione per il clima e delle richieste di azioni più incisive contro il cambiamento climatico?
«Al di là del “can can” mediatico provocato giustamente da Greta Thunberg, queste manifestazioni sono importanti e le osservazioni dal vivo delle specie che abitano i nostri parchi ci fanno toccare con mano i cambiamenti che l’umanità sta apportando all’ambiente, in particolare sulla componente biotica ovvero sugli organismi viventi e i loro processi vitali. Ritorno ad un concetto espresso in precedenza: la conoscenza è fondamentale: i nostri nonni, seppur empiricamente, avevano una conoscenza del mondo naturale molto maggiore della nostra. Lo testimoniano ad esempio i proverbi e i nomi vernacolari di flora e fauna.»

“Urban Nature” nasce per restituire agli abitanti la biodiversità perduta e dare finalmente valore alla natura, anche in città. Da esse dipende il nostro benessere fisico, psicologico e relazionale. Tutelarla significa quindi proteggere il nostro presente per salvare il nostro futuro. Perché richiede di più di quello che stiamo facendo.