Lo scorso luglio è uscito nelle librerie La Presa della Bastiglia, la nuova produzione letteraria di Lorenzo Fabiano. Il bravo giornalista e scrittore veronese, profondo conoscitore dello sport e dei valori che esaltano le gesta di chi lo pratica, in questi anni con i suoi scritti ha riportato alla mente imprese epiche come la sfida tra Stenmark e Thoeni, la vittoria della nazionale azzurra di calcio a Wembley, la Coppa Davis di tennis conquistata in un Cile oppresso dalla dittatura di Pinochet, le vittorie sule piste di sci di Alberto Tomba.

Eddy Merckx durante una tappa del Tour de France del 1975

Ora la sua sapiente penna scende in campo per raccontare una delle pagine più leggendarie della storia del ciclismo. La storia, narrata con estrema dovizia di particolari e impreziosita da numerosi riferimenti storici, ci porta indietro al Tour de France del 1975. La meglio conosciuta “Grande Boucle” rievoca nella mente vette come il Mont Ventuox, il Tourmalet, l’Aubisque, l’Halpe d’Huez, l’Izoard o il Galibier, teatro di tappe e sfide rimaste nella leggenda. In quella edizione – la prima senza gli abbuoni – Eddy Merckx gareggia per conquistare il suo sesto Tour e superare così in classifica il francese Jaques Anquetil. Dopo aver vinto le ultime cinque edizioni su sei – a una non ha partecipato – si presenta con l’invidiabile biglietto da visita di primo al mondo ad aver conquistato l’anno precedente la tripletta Giro d’Italia, Tour, Campionato del Mondo. Per dare un senso a tutto ciò basti pensare che dopo di lui l’impresa riuscirà solo all’irlandese Stephen Roche nel 1987. I presupposti per un’altra grande vittoria ci sono tutti.

Il ciclista francese Bernard Thevenet

Il “cannibale”, come veniva chiamato da suoi più acerrimi avversari, non aveva, però, fatto i conti con un giovane Francesco Moser, dal quale riceve lo “smacco” di una sconfitta per due secondi in occasione del prologo a cronometro. Il racconto di Lorenzo Fabiano, partendo proprio da qui, riporta alle nostre menti il succedersi degli eventi, tappa per tappa, conducendo passo passo il lettore ai due episodi chiave di quella corsa rimasta nei ricordi di molti sportivi. Ecco, quindi, la vetta del Puy de Dome dove il campione belga trova sulla strada verso il successo un tale di nome Nello Breton, un cittadino transalpino di 55 anni, che si prende improvvidamente la scena rifilando un pugno allo stomaco a Merckx mentre costui si appresta a conquistare la vetta. Un danno fisico, e per certi versi morale, accompagnato da un desiderio di successo contro tutto e tutti che lo porterà a strafare nella successiva tappa del Pra Loup, un errore che lo vedrà cedere irrimediabilmente il passo al francese Bernard Thevenet. La gara che avrebbe dovuto consacrarlo ancora nell’olimpo del ciclismo si trasforma quindi in un’odissea senza fine.

La copertina del libro

La Presa della Bastiglia, racconta come una sconfitta pesante e inaspettata possa elevarsi sino ad assumere quasi il valore di una vittoria. Con quel Tour del 1975, Eddy Merckx lancia un messaggio di valore sportivo, coraggio e integrità morale unico. Perchè, in fondo, si può essere grandi uomini senza essere necessariamente vincitori.

Il libro di Lorenzo Fabiano è da leggere tutto d’un fiato. Le sue pagine consentono al lettore di rivivere emozioni senza tempo di un ciclismo eroico che, forse, non esiste più.