Bilanci positivi per il Festival lirico
La 97esima edizione dell'Arena Opera Festival ha spento i riflettori con un incremento delle vendite e delle presenze nelle 51 serate di recita. E già si guarda al futuro.
La 97esima edizione dell'Arena Opera Festival ha spento i riflettori con un incremento delle vendite e delle presenze nelle 51 serate di recita. E già si guarda al futuro.
Lo scorso 7 settembre si è conclusa la stagione lirica in Arena. Ed è tempo di bilanci. La 97esima edizione ha spento i riflettori all’insegna del segno “più”. Più incassi, più spettatori, più qualità nella proposta, più professionisti di livello per tutte le recite.
I numeri, presentati oggi durante la conferenza stampa in Comune, parlano da soli: i biglietti venduti sono stati 426.649, con l’8,56% di incremento delle presenze rispetto all’anno precedente, 26.674.454 euro è il fatturato di biglietteria, il miglior risultato degli ultimi sei anni, con una media di 523.028 euro a serata, superiore dell’11,13% rispetto alla stagione precedente. Sempre considerando gli ultimi sei anni si registrano il maggior incasso del Festival, il maggior numero di spettatori totali, il maggior numero totale di spettatori per le recite effettuate nelle giornate di giovedì e domenica e Il Trovatore e La Traviata in testa agli incassi.
«Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per la Stagione appena conclusa – ha esordito il sindaco Federico Sboarina, presidente della Fondazione Arena –. Concedetemi una riflessione: questa è una squadra figlia di quel progetto che io avevo in mente e ho condiviso un anno e mezzo fa. E grazie a quel progetto con questa squadra siamo riusciti a ottenere risultati importanti. Ricordo a tutti che quando nel 2018 siamo subentrati, la Fondazione era sull’orlo del fallimento, in una fase di commissariamento, da cui ora siamo usciti. I freddi numeri ci danno ragione. L’Arena è un gioiello – ha proseguito –. L’offerta culturale è incredibile e crea indotto economico per tutta la città. Questa è una tappa importante di un percorso lungo non senza difficoltà, ma la squadra di professionisti di cui è composta la Fondazione, l’impegno di tutti coloro che lavorano sul palco, fuori dal palco e dietro le quinte e l’aver l’alzato l’asticella della qualità della proposta ci stanno dando ragione nel proseguire nella strada intrapresa.»
Anna Netrebko e Yusif Eyvazov, Plácido Domingo, Daniel Oren, Ezio Bosso, Vittorio Grigolo, Lisette Oropesa, Roberto Bolle, Aleksandra Kurzak, Saioa Hernández, l’immenso genio del compianto Franco Zeffirelli sono alcuni dei grandi nomi della musica e opera internazionale che hanno reso un successo questa edizione. E per il calendario 2020 sono già riconfermati Domingo, Bosso e Bolle. «Il lavoro della Fondazione è intenso, una macchina complessa, che a pieno regime conta più di un migliaio di persone impegnate nelle varie rappresentazioni – ha aggiunto la sovrintendente Cecilia Gasdia –. Il risultato è sopra alle nostre aspettative. Il successo è dovuto a una serie di fattori: la qualità artistica di alto livello per ogni singola recita, l’incremento dell’attività di marketing (Il 54% delle vendite dei biglietti proviene dal web) e l’inaspettata morte di Zeffirelli, a sei giorni dal debutto di La Traviata, nel nuovo allestimento del regista, con la diretta della prima organizzata a tempo di record in mondovisione, che ci ha dato una visibilità enorme. Tanti sono stati i sold out, perfino quello registrato nell’ultima rappresentazione di Aida, qualche giorno fa: il dato è particolarmente interessante perché riconferma quest’opera come cardine del festival areniano, sebbene le repliche durante i mesi siano molte e per questo è più naturale che gli spettatori si dividessero nelle varie date.»
Inaugurato il 21 giugno, il 97esimo Arena di Verona Opera Festival si è concluso lo scorso 7 settembre contando 51 alzate di sipario. I tre eventi speciali hanno registrato il sold out: il Roberto Bolle and Friends ha portato l’étoile con gli altri campioni mondiali della danza per due serate consecutive, la Domingo 50 Anniversary Night, in occasione del cinquantesimo anniversario del debutto italiano e areniano del tenore, e i Carmina Burana con l’illustre esordio del maestro Ezio Bosso. Complice un tempo clemente, non è stata persa nemmeno una replica.
«Quando sono entrato in Fondazione, un anno e mezzo fa, siamo partiti con il mondo che ci guardava con sospetto – ha concluso il direttore generale Gianfranco De Cesaris –. Ringrazio tutti i nostri sponsor e le aziende che hanno contribuito usufruendo dell’Art bonus. Quest’anno ho sentito un’energia positiva in città. L’intento è che Verona sia riconosciuta da tutti come capitale dell’opera e per questo abbiamo disseminato in vari punti strategici della città alcuni elementi scenici di allestimenti lirici: i turisti quando arrivano qui devono avere subito questa percezione. Il lavoro che tutti svolgono in Fondazione è prezioso instancabile, la lirica è una macchina che non si ferma mai. I numeri sono stati positivi, oltre alle aspettative. Abbiamo accresciuto la qualità artistica riallacciando i rapporti con la città, ma siamo ancora all’inizio di un percorso lungo. Usciamo da un periodo difficile. La sfida grande è assicurare che questo andamento diventi strutturale e porti all’ente una stabilità economica.Grande è il lavoro di marketing che svolgiamo durante tutto l’anno, dal Museo dell’Opera allestito per il periodo del festival in Gran Guardia alle trasferte in giro per il mondo da Londra a Dubai, da Mosca all’Oman, da New York a Shangai.»
Pubblico italiano e internazionale quello in Arena, incentivato anche dalle tre 3 collaborazioni con televisioni internazionali quali Rai Mondovisione, Unitel, ZDF/3Sat, Bel Air Media/France Télévisions che hanno rimesso al centro del turismo veronese il suo monumento più celebre, in previsione delle prossime importanti date: il 2022 con l’anniversario della centesima edizione del Festival e il 2026 con la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali.