Mai mettersi contro la mascella di Gerard Butler!
Gerard Butler torna al cinema in "Attacco al potere 3". Un film che malgrado tutto non è mortificante per lo spettatore.
Gerard Butler torna al cinema in "Attacco al potere 3". Un film che malgrado tutto non è mortificante per lo spettatore.
Cinematograficamente per la Casa Bianca il 2013 fu un anno non facile: in Attacco al potere – Olympus Has Fallen un mascelluto Gerard Butler doveva difendere un Presidente bianco da un attacco terroristico, mentre in Sotto assedio – White House Down un Channing Tatum con la canotta di Bruce Willis di “Die Hard” doveva difendere un Presidente nero da un attacco terroristico.
Da un punto di vista prettamente economico il primo deve avere avuto più fortuna, perché ce lo ritroviamo tra i piedi ancora oggi, dopo sei anni, in questa terza avventura dopo la mezza delusione della trasferta londinese del secondo capitolo. Tutto uguale, quindi? Macché, perché qui uno dei tre sceneggiatori tira fuori l’asso dalla manica con sospetta polluzione causata dall’entusiasmo di un’idea tanto geniale: questa volta il Presidente è nero e – ma dai! – è Morgan Freeman! Con buona pace di Trump e del suo ciuffo ribelle.
Senza farvi tanti spoiler – il trailer è già più che sufficiente – secondo voi mettere un attore con la faccia da bastardo e che nella sua carriera ha interpretato quasi esclusivamente ruoli da bastardo, come “best friend forever” del protagonista è una buona mossa? Per il direttore del casting evidentemente sì, perché togliere le certezze al target-tipo di questi film potrebbe rivelarsi troppo traumatico. Perciò non stupitevi se avrete le conferme dei vostri sospetti, poiché non stiamo parlando di una trasposizione di un romanzo di Agatha Christie, ma di un spara-spara e esplodi-esplodi con un conteggio finale di morti ammazzati pari a 200 (con oscillazioni per eccesso o difetto di un paio di cadaveri, in quanto con le esplosioni è sempre difficile mettere a posto i pezzi e l’esperto di puzzle è ancora in vacanza).
La notizia buona è che, malgrado i tanti morti, Attacco al potere 3 – Angel has Fallen non è poi così mortificante per lo spettatore, se preso nel modo giusto. La premessa, infatti, è sempre quella: se si è consci di ciò che si andrà a vedere, è giusto parametrare il proprio giudizio in base al genere di pellicola e non certo pensando a Kubrick, Tarantino o Allen. Da questo punto di vista la pellicola risulta essere meglio delle mie basse aspettative e strappa un risicato voto positivo grazie al ritmo, all’azione e alla simpatia della new entry di un ritrovato Nick Nolte (anche se la scenetta comica sui titoli di coda sembra attaccata con la Coccoina), mentre i difetti – di sceneggiatura in primis – vengono archiviati in un magazzino solo un po’ più grande di quello che conteneva l’Arca dell’Alleanza. Per dirne uno, poi prometto che chiudo: ma vogliamo parlare dell’astuzia dei due agenti dell’FBI? Se facessero un “Darwin Awards” per il Cinema, quest’anno di sicuro lo vincerebbero loro.
Dirige, con un eccesso di primi piani in formato panoramico (Hey, questo è uno schermo del cinema, non il tuo Oled di casa!), l’ex stuntman Ric Roman Waugh che molti ricorderanno o scorderanno per la regia di Snitch – L’infiltrato con Dwayne Johnson.
Voto: 3/5
Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen
Regia di Ric Roman Waugh con Gerard Butler, Morgan Freeman, Nick Nolte, Piper Perabo, Jada Pinkett Smith, Holt McCallany, Lance Reddick, Michael Landes, Sapir Azulay, Mark Rhino Smith e Ori Pfeffer.