G7 con ghiaccio
Saranno le divisioni interne ai paesi e le tese relazioni tra i leader riuniti a Biarritz questo weekend ad essere servite sul tavolo
Saranno le divisioni interne ai paesi e le tese relazioni tra i leader riuniti a Biarritz questo weekend ad essere servite sul tavolo
Il G7 prende il via oggi a Biarritz, in Francia, e potrebbe non essere solo il clima sulla spiaggia della capitale francese del surf a essere caldo. Su una serie di spinose questioni si annunciano ampie le divergenze tra le sette maggiori potenze economiche mondiali (che secondo il Fondo Monetario Internazionale rappresentano il 58% della ricchezza netta globale) che si riuniranno fino a lunedì 26, con la presenza del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che dovrebbe aumentare ulteriormente il termometro diplomatico.
Sono molte le sfide globali da esaminare: i cambiamenti climatici, la guerra commerciale USA-Cina, i problemi energetici e la violazione dell’accordo nucleare iraniano, con un focus specifico sull’uguaglianza di genere. E come se non bastasse, pure lo spettro della Brexit, che sarà discussa anche fuori dall’ordine del giorno.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha già messo le mani avanti dicendo che, alla conclusione del summit, non ci sarà alcun “communiqué” (comunicato congiunto). Sembra dunque che sia impossibile già dall’inizio trovare sufficiente terreno comune sulle maggiori questioni mondiali. Macron, ardente europeo e fedele sostenitore del multilateralismo, proverà comunque a compiere dei progressi in alcune aree dove si può presentare un fronte unito, concentrandosi ufficialmente sul vasto tema della riduzione della disuguaglianza.
Ieri il “Gender Equality Advisory Council” (GEAC – composto da 35 membri, tra cui tre premi Nobel per la pace e rappresentanti di ONG internazionali, creato dal primo ministro canadese Trudeau durante la presidenza canadese del G7 nel 2018) ha presentato le sue raccomandazioni a Macron per promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne affinché la parità tra i sessi e la promozione dei diritti delle donne siano al centro dell’agenda del G7.
Il Consiglio ha identificato 79 “good practices” nelle leggi sull’uguaglianza di genere (tra cui cancellare normative discriminatorie, porre fine alla violenza di genere e inserirla tra le priorità nazionali, assicurare un’istruzione di qualità per le donne e garantire la piena parità di salario tra uomini e donne) in 4 settori (violenza, economia, istruzione e salute, discriminazione) e in tutti i paesi del mondo e ha invitato i leader del G7 e di altri paesi a impegnarsi ad adottare e attuare conseguenti quadri legislativi, e non a fare solo promesse.
“Più di 2,5 miliardi di ragazze e donne in tutto il mondo sono colpite da leggi discriminatorie e sono prive di tutela legale” ha dichiarato il Consiglio in una nota. “Le azioni di molte ragazze e donne coraggiose hanno rotto il silenzio e messo in evidenza l’urgente necessità di un’azione forte e determinata” ha evidenziato il GEAC. “Il Consiglio esorta i leader del G7 ad essere coraggiosi come lo sono tutte le ragazze e le donne ogni giorno” ha sottolineato, lanciando su Twitter l’hashtag #bebraveG7.
Ma le discussioni più difficili sono ben altre, a partire dalla crisi climatica.
Il 23 agosto Macron ha twittato “la nostra casa sta bruciando” riferendosi agli incendi scoppiati in Amazzonia e chiamando a raccolta i membri del G7 per “discutere di questa emergenza come prima cosa tra due giorni”. Venerdì il presidente francese ha anche affermato che la Francia non può più sostenere l’accordo di libero scambio con il Mercosur (il mercato comune dell’America meridionale e l’Unione europea), sostenendo che il Brasile non rispetta i suoi impegni di protezione della foresta pluviale amazzonica. Dall’elezione di Bolsonaro a presidente, la deforestazione ha infatti avuto un’impennata in Brasile, a causa della benevolenza del governo nei confronti della lobby agricola.
La tensione tra i due paesi non è che una delle divisioni che dominano il summit francese. Da parte sua, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sempre manifestato la sua contrarietà agli sforzi europei e mondiali per limitare le emissioni di carbonio al fine di rallentare il cambiamento climatico. In queste ultime settimane ci sono stati incendi boschivi senza precedenti dalla Siberia all’Alaska, dalla Groenlandia alle Canarie e da gennaio 2019 a oggi ci sono state 15.719 “allerte incendio” secondo il Global Forest Watch Fires (Gfwf).
È improbabile però che tutto ciò conti qualcosa quando Donald Trump atterrerà a Biarritz. L’escalation della guerra tariffaria con la Cina ha sollevato il timore di una recessione economica globale e le tensioni tra Washington e Teheran stanno preoccupando da tempo i leader europei. Per non parlare dell’aperto sostegno del presidente degli Stati Uniti ad una Brexit senza accordo, una provocatoria presa di posizione a sostegno di un divorzio che porterebbe la Gran Bretagna a una rottura drammatica con l’Europa.
Tutto ciò rischia di complicare ulteriormente la ricerca di un terreno comune in questo vertice tra presidenti e primi ministri che sono già di per sé alle prese con problemi interni ai loro paesi.
In primis, il primo ministro britannico Boris Johnson, che fa il suo debutto sulla scena globale mentre in patria la Brexit sta infiammando le passioni nazionaliste di Scozia e Irlanda, e mentre sta crollando l’influenza della Gran Bretagna in Europa e crescendo la sua dipendenza dagli Stati Uniti. Mancano meno di tre mesi al momento in cui il Regno Unito dovrebbe lasciare l’Unione Europa (con o senza un accordo) e Johnson tende volentieri la mano a Trump in vista di futuri accordi commerciali, ma dovrà evitare di alienarsi ulteriormente le “simpatie” degli altri leader.
L’influenza della cancelliera tedesca Angela Merkel sulla scena mondiale sta calando mentre si prepara a dimettersi, lasciando dietro di sé uno scenario politico fratturato. La situazione non è migliore per l’ormai ex Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte che parteciperà al G7 rappresentando un’Italia in crisi, dove dopo l’ultimatum di Mattarella, si gioca una partita a carte con molte facce e nessun jolly.
Lontano dall’Europa, non naviga in buone acque nemmeno il Primo Ministro canadese dopo l’inchiesta del Commissario per l’Etica del Parlamento che lo ha dichiarato colpevole di essere andato contro le regole sul conflitto d’interesse. Nulla succederà comunque fino alle nuove elezioni che in Canada si terranno il 21 ottobre.
I crescenti attriti tra Pakistan e India sull’autonomia del Kashmir e le proteste a Hong Kong contro il disegno di legge che prevede l’estradizione verso la Cina potrebbero essere sul tavolo durante i colloqui nella città basca di Biarritz, dove sono dispiegati circa 13.000 poliziotti per prevenire violente manifestazioni anti-globalizzazione e dove le proteste sono state vietate, mentre nelle vicine Hendaye e Irun, gli organizzatori del “G7 alternativo” aspettano di accogliere 12.000 persone per due giorni di “disobbedienza civile” e “denuncia contro l’ingiustizia socio-economica”.
Quindi, potrebbe non essere affatto un meeting di fine agosto tutto cocktail e ombrellini quello sulla terrazza del lussuoso Hotel du Palais di Biarritz questo weekend.