CasaPound, raduno in bilico
Come già in passato per altre manifestazioni di analoga natura, si tira indietro a Verona chi dovrebbe ospitare la contestata kermesse nazionale.
Come già in passato per altre manifestazioni di analoga natura, si tira indietro a Verona chi dovrebbe ospitare la contestata kermesse nazionale.
Il raduno nazionale di CasaPound a Badia Calavena, in programma dal 5 all’8 settembre, al momento è a forte rischio. L’evento si doveva tenere presso la pista di speedway in località Cogollo, ma negli ultimi giorni, in seguito anche allo svelamento della sede della manifestazione avvenuto proprio da queste colonne, le pressioni sono diventate a tal punto insostenibili che la società che gestisce la pista (la Fun Srl) ha annunciato pubblicamente di non voler più ospitare la manifestazione. Inizialmente, hanno dichiarato, la richiesta era stata presentata per una festa privata che invece poi si è rivelata essere il raduno nazionale dei simpatizzanti di estrema destra, appunto. Bisognerà capire se verrà pagata o meno una penale dalla Fun, ma la decisione al momento appare irrevocabile.
Gli organizzatori locali di CasaPound, quindi, stanno cercando disperatamente, a meno di due settimane dall’inizio, un luogo alternativo dove ospitare la kermesse di quattro giorni, che come di consueto prevede discorsi dei vertici del partito, dibattiti e gli immancabili concerti di band affiliate al movimento. Un luogo che dovrà dunque avere anche le caratteristiche per poter accogliere in sicurezza le migliaia di persone attese, provenienti da tutta Italia e dall’estero.
Probabilmente – quando verrà trovata – la nuova sede verrà comunicata agli affiliati soltanto a poche ore dall’inizio, in modo da evitare ulteriori “traslochi”. D’altronde a gennaio, ricorderete, in occasione del concerto organizzato per commemorare la figura di Jan Palach (eletto fra mille contestazioni a icona dell’estremismo di destra), l’associazione organizzatrice Nomos dovette fare i salti mortali per trovare un luogo dove ospitare l’incontro, visto che la pressione cittadina fece slittare l’evento dal Teatro Stimmate in piazza Cittadella, dov’era inizialmente stato programmato, a Movieland a Lazise e da qui a una cascina di Vigasio, dove si tenne infine il concerto. Fra l’altro la provincia di Verona ha ospitato, sempre in questo tormentato 2019, anche un altro evento musicale controverso: il concerto “nazirock” organizzato dal Veneto Fronte Skinheads avvenuto a Cerea il 20 aprile scorso, in singolare concomitanza con il compleanno di Adolf Hitler. In quel caso era stata l’area fieristica comunale ad accogliere gli “appassionati” del genere per una kermesse che era stata presentata inizialmente come una normalissima “Festa della Birra” e che invece, poi, si era rivelata tutt’altro, fra le proteste degli abitanti della Bassa Veronese e non solo.
Insomma, l’insistenza (chiamiamola così) con cui viene usato il territorio veronese per gli eventi dell’estremismo di destra e la dura opposizione ad opera di associazioni antifasciste, società civile e politica del territorio che questi stessi eventi suscita ogni volta, porterà di fatto nei prossimi giorni a ulteriori polemiche sui media e sui social. In attesa di capire, ovviamente, dove avverrà il raduno.