Il raduno nazionale di Casapound, che si terrà fra il 5 e l’8 settembre in provincia di Verona, ha finalmente una sede. La notizia pare si stia diffondendo velocemente fra gli affiliati all’associazione di estrema destra: l’evento si terrà presso la pista di speedway di Badia Calavena (in località Cogollo). La location (una struttura privata inaugurata a metà degli anni Novanta) è stata tenuta segreta fino ad ora e ospiterà quindi i militanti della “tartaruga” provenienti da tutta Italia, con anche presenze che si prevedono possano arrivare dall’estero. In tutto saranno migliaia le persone che confluiranno nella zona in quei giorni per partecipare alla festa nazionale, che come al solito oltre ai comizi degli esponenti più in vista (anche con anche qualche “ospitata”), prevederà concerti rock, con le band “affiliate” a farla naturalmente da padrone.

L’evento – ricorderete – ha già destato un polverone in città. Sono stati in molti a lamentare il fatto che Verona, ancora una volta, si contraddistingua per questa sua “vocazione” di dare voce all’estremismo di destra e da questo punto di vista si sono elevate le proteste tramite i social di molti esponenti del centrosinistra, fra cui Michele Bertucco. Il fatto poi che in quelle stesse identiche date a Verona si sia da tempo organizzato il festival “Le città inVisibili” con un dichiarato spirito antifascista, femminista e antirazzista non appare ai più una casualità. Anche se gli organizzatori di Casapound smentiscono l’intento di voler provocare, la perfetta coincidenza temporale e la vicinanza della sede dei due eventi appare quantomeno singolare. Anche per questo le militanti di Non una di meno e molte altre associazioni hanno alzato la voce, invitando a venire a Verona in quei giorni per manifestare il proprio dissenso contro ogni forma di fascismo.

Staremo a vedere. Di certo, nella città scaligera, quelli saranno giorni particolarmente caldi, come furono caldi gli ultimi giorni di marzo 2019, quando si tenne in Gran Guardia il Congresso Mondiale delle Famiglie e le conseguenti ondate di proteste. Il tutto venne gestito, peraltro, in massima sicurezza da parte delle forze dell’ordine, che nonostante l’altissima tensione scongiurarono ogni forma di contatto fra le diverse fazioni e tutto andò bene. Così come, andando a ritroso nel tempo, andò bene anche il 24 novembre 2018, quando venne organizzato in città il convegno (ospitato nelle sale di Porta Palio e con il sostegno del Comune di Verona), organizzato da Forza Nuova, dall’eloquente titolo “Verona Vandea d’Europa” (e al quale partecipò, fra gli altri, anche lo slovacco Marian Kotleba, soprannominato “il Cacciatore di Rom” per aver istituito una milizia paramilitare con intenti a dir poco criminali). A corollario del convegno, quello stesso giorno, si svolse per le vie del centro storico di Verona anche un corteo, organizzato dal Comitato No194 e appoggiato anche dal Presidente di Forza Nuova Roberto Fiore contro la legge che oltre quarant’anni fa legalizzò l’aborto. E anche in quell’occasione la Verona antifascista si fece sentire, con un contro-corteo che terminò – fra dibattiti e letture varie – in Piazza Isolo.

Insomma, manifestazioni e contro manifestazioni che si ripetono, si rincorrono e si alimentano fra loro. Ma per quanto ancora, ci chiediamo, Verona e la sua provincia dovranno essere terreno di scontro fra i diversi schieramenti in campo?