L'orrore alla luce del sole
"Midsommar - Il villaggio dei dannati", la pellicola diretta Ari Aster, funziona alla grande perché avvinghia fin dalle prime scene lo spettatore e lo trascina con sé in un baratro di ansia e di tensione continua.
"Midsommar - Il villaggio dei dannati", la pellicola diretta Ari Aster, funziona alla grande perché avvinghia fin dalle prime scene lo spettatore e lo trascina con sé in un baratro di ansia e di tensione continua.
La differenza tra un autore che cerca di fare l’Autore e uno che invece Autore lo è veramente? Per quanto mi riguarda basta guardare un film di Yorgos Lanthimos (Il sacrificio del cervo sacro) e uno di Ari Aster; se il primo si sforza a tutti i costi di sembrare figo, imitando malamente Kubrick nella regia e scrivendo sceneggiature che dovrebbero sorprendere per la loro “folle follia”, il secondo figo lo è veramente, perché sa scrivere benissimo i propri lavori che dirige senza tanti fronzoli riuscendo ad imprimergli la sua fortissima personalità.
Dopo il successo del suo debutto nel lungometraggio con l’horror Hereditary: le radici del male, che è almeno tre spanne sopra alla media delle pellicole del genere viste negli ultimi anni, l’ora trentatreenne Ari Aster ha avuto carta bianca per realizzare la sua seconda fatica: un altro horror – sebbene la definizione sia riduttiva – questa volta ambientato alla luce dell’intramontabile sole di una folkloristica comune svedese, nella quale emergono con violenta prepotenza riti pagani e differenze culturali.
Può sembrare incredibile, ma malgrado un soggetto non propriamente originalissimo (solito gruppetto di ragazzi americani che capita in un contesto che diventerà sempre più inquietante e pericoloso), malgrado la forse eccessiva durata di due ore e venti per una pellicola horror, malgrado una narrazione che non ha nulla di concitato e che è ben lontana da qualsiasi prodotto hollywoodiano al quale siamo abituati, malgrado il poco appeal che per alcuni potrebbe avere un’ambientazione tanto solare, malgrado un cast di attori non di grido anche se con una discreta esperienza alle spalle, Midsommar – Il villaggio dei dannati funziona alla grande perché avvinghia fin dalle prime scene lo spettatore e lo trascina con sé in un baratro di ansia e di tensione continua, solo di tanto in tanto interrotta da qualche risata che prepara alla successiva mazzata.
Il nuovo lavoro di Ari Aster non è una robetta per ragazzini alla ricerca di epidermici brividi preconfezionati; chi vuole solo sfamarsi può sempre ingurgitare delle merendine incellofanate, ma chi invece desidera titillare le proprie papille gustative allora deve assaporare questa alta pasticceria d’autore.
Voto: 4/5
Midsommar – Il villaggio dei dannati
Regia di Ari Aster
Con Florence Pugh, Will Poulter, Jack Reynor, William Jackson Harper, Liv Mjönes, Anna Åström e Julia Ragnarsson