Lo sport, come la vita, è costituito da una serie di incroci. La scelta migliore può trasformarsi nella peggiore, o viceversa, a seconda del momento e del contesto. Così è stato anni fa per Arturo Lupoli, nuovo acquisto della Virtus Verona, già tra i potenziali golden boy del football italiano d’inizio millennio.
Il sogno Arsenal
Cresciuto nel Parma, scovato dall’Arsenal e lanciato in Premier League appena maggiorenne – tre gol in quattro presenze complessive nel biennio coi Gunners – l’ex “Cannoniere” di Highbury è uno dei ragazzi la cui carriera è stata valutata, alla lunga, al di sotto delle potenzialità o aspettative mostrate in gioventù.
Gli occhi esperti e le lezioni di Arsène Wenger («Un padre calcistico») lo hanno formato. Del tecnico transalpino ne aveva seguito il consiglio di maturare per gradi. Dopo un’eccellente stagione in prestito al Derby County, Lupoli però, anziché risalire con calma, ha provato a bruciare le tappe. La fretta notoriamente è cattiva consigliera e l’alta serie A non perdona. Una scelta probabilmente generata da suggerimenti altrui ma alla fine a pagarne il prezzo è stato lui.
Umiltà e maturazione
Non è facie, da giovani, analizzare con lucidità le opzioni, soprattutto se ci si fida di chi non guarda lontano. Grandi speranze finite all’angolo nella Fiorentina di Vieri, Pazzini, Mutu, Osvaldo e compagnia. Bilancio di un anno solare in viola: zero minuti in campionato, un tempo in Coppa Italia e il morale sotto i tacchi. «Un passaggio a vuoto», lo ha definito nel corso della presentazione al Gavagnin con la nuova maglia rossoblù.
«Tutto sommato credo che ognuno, alla fine, nel lungo periodo, ottenga ciò che meriti veramente», ci ha tenuto a precisare con estrema umiltà e, apparentemente, senza rimpianti. Oggi Lupoli è un uomo consapevole dei propri pregi e difetti. Ha saputo contestualizzare una carriera che, quindici anni dopo la doppietta in Coppa di Lega segnata all’Everton con la maglia dell’Arsenal, a una storica e indimenticabile presenza in Premier League ne ha aggiunte altre 360 tra campionati di serie B, C e coppe varie.
Ovvero: per quanto una scelta sbagliata possa penalizzare un percorso, nel lungo periodo la cifra prodotta probabilmente è coerente con il valore tecnico. Lupoli sa che Firenze ha influito sulla sua fiducia e autostima. Quando ha riprovato a tornare ad essere il “gunner” apprezzato in Inghilterra, non è stato più lo stesso. E se il treno del grande calcio non aspetta, quello del professionismo lo ha comunque accolto a braccia aperte.
Esperienza in campo
Chi lo ha visto giocare nelle ultime stagioni ne è convinto: Lupoli può dare ancora tanto ma soprattutto aggiungere esperienza, oltre che qualità, in un club “giovane” come la Virtus a livello di professionismo. Un ambiente che quest’anno non vuole commettere l’errore di concedere qualcosa alle avversarie in termini di adattamento alla categoria e alla fisicità.
Mancino, capace di muoversi a supporto della prima punta ma anche da centrale, il trentaduenne nuovo attaccante alla corte di Gigi Fresco si aggiunge in avanti a pezzi importanti come Danti e Odogwu. La speranza è quella di lasciare il segno. E magari superare il suo record personale di marcature stagionali (sette) registrato sia con il Derby County nel Championship nell’ormai lontano 2006/07 che con la Fermana due anni fa. Lui sa bene quanto sia l’aspettativa nei suoi confronti: essere un valore aggiunto in termini di punti sul campo ma anche nel gruppo. «L’importante è che i gol portino risultati positivi, altrimenti non servono a nulla.»
Verso la Coppa, battuto anche il Cittadella
Un “nome”, quello di Lupoli, che potrebbe stimolare la campagna abbonamenti alla Virtus, da venerdì in vendita libera a prezzi incentivanti e che include sia il campionato che la coppa.
Il vernissage ufficiale rossoblù in Borgo Venezia è previsto sabato 11 agosto alle 18 in Coppa Italia di Serie C contro il Modena, che al sorteggio aveva avuto il vantaggio del fattore campo ma ha chiesto l’inversione per ragioni logistiche. Per il nuovo gunner rossoblù sarà la prima occasione per accendere la miccia davanti al proprio pubblico. Un attesa che sale dopo il successo di ieri in amichevole con il Cittadella, piegato 3-1 a Lavarone. Un bis gradito, che ha fatto il paio con la vittoria sul Chievo di una settimana fa.