Un anno di concerti, questo il regalo che i Negrita hanno voluto farsi per celebrare i 25 anni dall’uscita del loro omonimo album.
Un tour iniziato a Maggio da Assisi e in tanti teatri italiani con la prima parte e che prosegue per questa seconda, chiamata Teatrale Plus, durante l’estate in arene e teatri all’aperto.
Ieri sera toccava al Teatro Romano, per l’ultima data di “Rumors Festival”.

Il concerto inizia con un grande applauso e l’introduzione di Elisabetta Fadini, direttore artistico di “Rumors”, che legge alcuni passaggi de Il Piccolo Principe in ricordo di Thomas Moschini, ragazzo di 36 anni di Sona, fan della band e musicista, scomparso un mese fa per un tragico malore.

I ragazzi, o ragazzacci come li chiamerebbe Piero Pelù, salgono sul palco e dalle urla, si capisce che questi 25 anni non hanno fatto nient’altro che saldare un legame fortissimo con il pubblico.
«Bella questa roba qua» esordisce un po’ emozionato Pau, riferendosi alla cornice del Teatro Romano e, ancor più, all’affetto dei fan presenti che hanno “causato” il sold out ancora un mese fa.

La prima parte è più acustica per ballad come Hemingway e Che rumore fa la felicità, ma c’è spazio per sentire forte la batteria come in In ogni atomo e Il libro in una mano, la bomba dell’altra, quest’ultima accompagnata anche da un ukulele.
Su I ragazzi stanno bene, la canzone che li ha visti protagonisti a Sanremo che parla di migranti e di porti chiusi, Pau lancia una frecciatina all’attuale governo ma strappa una risata dicendo, in fondo, di voler bene a Salvini.

Durante le due ore di concerto, il pubblico non smette mai di urlare, dopo ogni canzone un applauso avvolge la band, le gradinate diventano tamburi e l’entusiasmo sale di volta in volta.
Una complicità che si rinnova più intima con Ho imparato a sognare, tributata a Thomas, che le gradinate omaggiano con una standing ovation veramente toccante.
Su Radio conga esplode la festa, gli spettatori abbandonano i posti e scendono sotto il palco, timidamente la security prova a rimandarli al posto ma non serve, da lì in poi comincia la parte più elettronica, impossibile resistere.
Durerà fino all’ultimo pezzo, un concerto, un abbraccio, una festa lunghi più di 25 canzoni, lunghi speriamo almeno altri 25 anni.