Le toghe contro le Rosse
Gran Premio del Canada sfortunato per Vettel, scalzato dal primo posto a causa di una penalità. Pronto il ricordo da parte della Ferrari.
Gran Premio del Canada sfortunato per Vettel, scalzato dal primo posto a causa di una penalità. Pronto il ricordo da parte della Ferrari.
La Ferrari ha trovato in Canada un nuovo ostacolo alla sua sempre più travagliata rincorsa mondiale. Dopo aver fatto i conti prima con l’affidabilità in Bahrein, poi con la sfortuna a Baku e l’assenza di performance in Spagna e Monaco, tra la Rossa e la prima vittoria stagionale – ampiamente alla sua portata – si sono messi di mezzo i giudici. I commissari di gara, infatti, hanno sanzionato Sebastian Vettel, leader della corsa per tutti i 70 giri del GP, con una penalità di 5 secondi, scalzandolo dal gradino più alto del podio. Sanzione comminata per aver impedito un sorpasso a Lewis Hamilton, con una manovra poco ortodossa di rientro in pista, dopo una precedente uscita di strada, dovuta ad un errore del ferrarista e alla pressione esercitata dallo stesso pilota britannico della Mercedes. Il secondo posto finale, pur seguito dal piazzamento in terza posizione di Charles Leclerc, ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi ferraristi. Inutile negarlo.
Il pilota tedesco, è stato protagonista di un weekend impeccabile, con la pole di sabato (la prima di questa stagione ndr) e una condotta di gara perfetta impreziosita con un ultimo giro siglato in Q3. Una corsa da vero leader, tallonato da hammer Hamilton il quale, nonostante un passo leggermente superiore, mai ha dato l’impressione di essere in grado di superare il pilota di Maranello. Merito anche del super motore Ferrari, che ha consentito alle Rosse di raggiungere notevoli velocità di punta lungo i rettilinei canadesi.
La valutazione fatta dai commissari ha lasciato contrariati non solo i diretti interessati – il team di Maranello ha successivamente presentato ricorso alla FIA la quale si pronuncerà prossimamente sull’accaduto – ma anche buona parte degli addetti ai lavori. Il motivo è molto semplice: episodi come quello successo in Canada hanno sempre fatto parte delle corse automobilistiche. Potrebbero essere citati innumerevoli esempi, anche ben più eclatanti, dove non fu comminata alcuna sanzione ai piloti. Su tutti, in epoca moderna, ci viene in mente il finale della stagione 1994. Durante il GP d’Australia il grande Michael Schumacher fu protagonista di un rientro in pista decisamente poco regolare che causò una collisione col suo diretto rivale Damon Hill. Il contatto mise fuori gara entrambi e consegnò al tedesco il suo primo titolo mondiale. Per non parlare di Ayrton Senna che quanto a chiudere gli avversari con condotte oltre il limite era un maestro. Idem il buon Hamilton, del quale è stato citato da più fonti un analogo episodio accaduto a Montecarlo nel 2016 a danno del suo inseguitore Ricciardo, ma mai sanzionato. È vero, esiste un regolamento che per la sicurezza dei piloti vieta certe manovre, ma in gara, si sa, l’adrenalina e le velocità sono tali che diventa spesso impossibile evitare determinate situazioni. Non è un caso che lo stesso Hamilton, nell’immediato dopo gara abbia ammesso candidamente che a parti invertite avrebbe compiuto la stessa manovra di Vettel. Ma tant’è…
Venendo al campionato, abbiamo già archiviato un terzo della stagione e le previsioni per i prossimi impegni europei – un lungo susseguirsi di grandi classiche a partire da Le Castellet in Francia tra due weekend sino ad arrivare al Gp d’italia in programma a Monza nel prossimo settembre – sembrano non lasciare adito a grandi ribaltoni in classifica generale. Sicuramente ci saranno piste come Silverstone e, più probabilmente Monza, dove la Ferrari farà ancora valere le doti del suo propulsore, ma ci saranno anche altri circuiti dove inevitabilmente il telaio Mercedes farà la differenza. E visto il ritardo che le Rosse hanno già accumulato – 62 i punti di distanza tra il leader Hamilton e Vettel – l’impresa, a dispetto della matematica, appare decisamente proibitiva.