Quando, per la stampa, la città dell’Ammore s’imbelletta con ghirigori uncinati.

Troppo ghiotta era per Repubblica l’occasione per appiccicare su Verona il marchio di capitale del III Reich in Italia. Cosa che, durante l’RSI, era tra l’altro una verità di fatto. Ma oggi è effettivamente così? Che il potere a Verona fosse spostato a destra lo segnalavamo dalle colonne di questo giornale molto tempo fa, in tempi non sospetti. Pure il sogno (oramai sfumato) dell’Autonomia si fonda, come visto, su una reale e stretta integrazione economica con la Germania.

Ora, la curva dell’Hellas è ha uno zoccolo duro di estrema destra: non proprio una scoperta sensazionale. Già nel 1996 un manichino impiccato pendeva dalla curva Sud con il cartello “Negro go away” e consigliava a Maickel Ferrier di trovarsi una squadra (o meglio, una tifoseria) meno sensibile al colore della pelle. L’ex presidente Pastorello dichiarava «l’inopportunità di ingaggiare giocatori di colore come Ze Maria (1999) e MBoma (2001) in una piazza come Verona». Martinelli era stufo di pagare multe per i cori della tifoseria. E qui la sineddoche: se la curva è di sfumature nazionaliste, fasciste o naziste, lo è anche la città?

Le auto parcheggiate alla festa della Curva Sud (2014)

Sono passati 10 anni dalla morte di Tommasoli (01/05/2008) anche se la vicenda giudiziariamente non è ancora conclusa: nel 2017, intanto, vengono confermate due delle condanne dalla Cassazione, che tuttavia ridiscute la volontà dei giovani di pestare passanti a caso. Oggi, la vita culturale e politica che segnali ci propone? Vediamo: World Congress of Families XIII, il concerto per Ian Palach (Nomos, gli organizzatori, hanno però preso le distanze da qualsiasi collegamento col Nazismo), a maggio il libro a fumetti su Ramelli. Foto del sindaco con simpatici attivisti dell’estrema destra. Non manca il glamour medioevalista in soccorso della fede, con una processione dei Templari in grande spolvero, guidata dal parroco di San Fermo e la benedizione finale dell’assessore comunale Edi Maria Neri. Mancava solo Urbano II.

Questo un veloce panorama, molto difettoso, sulle iniziative di destra a Verona. Come capire, però, l’orientamento della popolazione? Dal voto. E il voto dice che, nel 2017, Sboarina ha vinto col 58,11%, 33440 voti contro i 1234 di Bussinello, candidato per CasaPound; Bussinello ha preso più voti della lista stessa (1137); FdI 2991 e 3710 il Popolo della Famiglia. Non molto, rispetto al Pd o all’MS5. Alle recenti europee la Lega fa cappotto (227.749, 49,66%), CasaPound, Forza Nuova e Il Popolo della Famiglia insieme non raggiungono il 2% (1,45%): inesistenti. Ma un dialogo su parecchie tematiche c’è e già dal mandato del sindaco Tosi: forse, sono marginali perché molti temi già si trovano nell’agenda delle forze al potere.

Giulietta Capuleti, allora, si iscriverà alla Lega delle ragazze tedesche, (Bund Deutscher Mädel), ovvero l’ala femminile della Hitlerjugend? Dipende, di fatto, dalla direzione che prenderà la Lega. Quello che oggi aspira a diventare partito della Nazione sta, a Verona, coinvolgendo realtà che autonomamente hanno poco riscontro e respiro, ma che sono invece valorizzate all’interno del partitone pigliatutto salviniano. Un connubio tra struttura clericale, movimenti sovranisti, partiti tradizionali e movimenti nostalgici.

La Curva Sud, come moltissime tifoserie italiane, è fortemente politicizzata e ha una sua cultura e un suo mondo di valori legati alla volontà di potenza. La città, apparentemente, non dà il suo appoggio diretto, ma premia chi mantiene un rapporto anche se (o proprio perché…) come minimo ambiguo con certi ambienti. Verona, allora, non è né fascista né nazista. È in attesa di fiutare il vento che verrà.