Eh, non c’è niente da fare. Anche quest’anno la storia si ripete, più o meno come l’anno scorso. Solo il periodo è un po’ diverso, visto che ora succede a maggio e l’altra volta era un po’ prima. Sembra quasi che si ricada sempre nelle stesse dinamiche, che ci si ritrovi in una specie di film già visto, nemmeno tanto piacevole.
Oh, spieghiamoci. Non stai parlando del VinciSalvini, specie di giochino ritornato puntuale come l’anno scorso giusto prima delle elezioni – amministrative nel 2018, europee stavolta – per permettere ai fan più veloci a cliccare e più tenaci a likare di vincere un caffè, una telefonata, un incontro con il Matteone nazionale. Il tutto facendo contestualmente aumentare la visibilità e i conteggi dei di lui account social e fornendo gratis dati e informazioni facebook utili a formare un ipotetico database del leghista-più-fico, il leghista-il-cui-cuore-più-verde-di-tutti arde e batte solo per il suo capitano. Capitano che, detto incidentalmente, è sì un ministro della Repubblica – in quanto tale idealmente tenuto a teorici decoro ed eleganza istituzionali –, ma è un ministro de noantri. È un ministro della ggggente. È un ministro che usa gli smiley e i cuoricini come tutti noi. È un ministro che mangia la Nutella e beve il caffè con i suoi fan più verde acceso. È un ministro che li premia, i suoi fan migliori.
E questo è giusto eh, perché si suppone che gli stessi siano tipo disoccupati, visto che in una qualsiasi ditta se stai troppo tempo sui social è un comportamento giudicato tipo bene ma non benissimo. E allora è bello mostrare solidarietà verso queste persone meno fortunate. E non è solo bello, ma è anche coraggioso. Perché per farlo bisogna sfidare l’opposizione e la cattiveria altrui, che sono generali e generalizzate: “Anche questo video avrà tutti contro: i giornaloni, gli intellettualoni, i professoroni, gli analisti, i sociologi, ma noi usiamo la Rete finché ce la lasciano libera [domanda: chi ve la dovrebbe impedire o bloccare, se siete uno dei due partiti al governo e l’altro ha fatto del web e della comunicazione in rete uno dei suoi punti più fermi? Mah. Dev’essere un interessante caso di dottor Jekyll e Mister Hyde politico] e vinciamo” (cit. Salvini).
Eh. Che mondo infame questo, dove le azioni generose e disinteressate sono sempre osteggiate. Dove bisogna sempre lottare e opporsi ad orde non di barbari ma di nemici rosic-oni che a. tramano nell’ombra contro l’incipiente e temutissima rivoluzione del like, della faccina con gli occhi a cuore, del cuoricino (verde) che batte b. sono insensibili, poco empatici e forse magari anche un po’ fuori moda perché pensano che un ministro dovrebbe fare il ministro e non la versione mora, pelosa e più in carne della Ferragni, c. sono brutti e cattivi perché cicci-oni o insomma qualcosa che finisce in -oni, il tutto secondo una sorta di bizzarra nemesi dei campi avversi secondo cui ad ognuno il suo -oni. In effetti, c’è solo da sperare di stare dalla parte giusta, o almeno da quella meno sbagliata, lessicalmente parlando. Perché bisogna pure ammettere che a livello di definizione alcuni termini che finiscono in -oni sono peggio di altri: “tutti i maiali sono -oni, ma alcuni maiali sono più -oni di altri” (semicit. G. Orwell, circa più o meno quasi).
E comunque, a ‘sto punto l’interrogativo su che specie di -one tu sia comincia a farsi pressante e pure un po’ angosciante. Questo soprattutto perché ormai hai finito lo spazio e non hai neanche parlato del tuo vero argomento, che era l’incubo annuale e ricorrente della scelta delle vacanze, incubo che si ripropone puntualmente a partire da maggio per i meno organizzati. Gli altri, quelli meno -oni, di solito le vacanze dell’estate 2019 le hanno già prenotate a gennaio. 2014.
Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita./Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte/che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;/ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte./Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto/che la verace via abbandonai.
Dante Alighieri, Commedia. Inferno, Canto I