Avengers addio: le botte son finite, gli amici se ne vanno
Siamo alla resa dei conti e bisogna risolvere un problemino che ha lasciato il pubblico con la bocca spalancata al termine del precedente Avengers: Infinity War.
Siamo alla resa dei conti e bisogna risolvere un problemino che ha lasciato il pubblico con la bocca spalancata al termine del precedente Avengers: Infinity War.
Thanos è il Male che è convinto di fare del bene. Thanos è il Distruttore. Thanos è quello che ha le Gemme dell’Infinito e le usa senza troppa fantasia. Thanos è colui che ha cambiato per sempre l’universo dei supereroi della Marvel. Thanos ce l’ha così tanto con gli Avengers che, per umiliarli, ha deciso di far sparire metà della popolazione mondiale, ma non il parrucchiere della produzione, con le devastanti conseguenze che possiamo vedere in questo ultimo capitolo del supergruppo più cazzuto mai esistito dopo quello del 1987 formato da Morandi-Tozzi-Ruggeri.
Siamo alla resa dei conti e bisogna risolvere un problemino che ha lasciato il pubblico con la bocca spalancata al termine del precedente Avengers: Infinity War, ma non temete perché non farò spoiler sulla trama, anche se una cosa posso dirvela: potete uscire tranquillamente dalla sala senza dover attendere le solite scene dopo i titoli di coda, perché per la prima volta non ci sono (e già questo è un significativo segnale che nulla sarà più come prima…).
Tre ore e un minuto, tanto dura Avengers: Endgame, ma sarebbe giusto considerare le due pellicole come un unico film di cinque ore e mezza, roba che farebbe stramazzare anche l’appassionato di Cinema più coriaceo, uno di quelli che si vantano di non aver mai fatto nemmeno uno sbadiglio durante la proiezione di tre ore e quarantanove minuti di C’era una volta in America di Sergio Leone. A pensarci bene, però, il target potrebbe essere differente. A ripensarci bene, invece, non è affatto detto; sì, ok, quello che si bullava in effetti ero io…
Considerare i film di supereroi una “roba da ragazzini” è sbagliato, ma non è questa la sede per disquisire sullo spessore di tali faraoniche produzioni né di tentare di farmi un test d’intelligenza; apro e chiudo l’argomento dicendo solo che con i film d’intrattenimento ci siamo cresciuti tutti e che questi non sono altro che l’aggiornamento in chiave high tech di quelli che nel passato erano i western e, come allora, ce ne sono di buoni e di meno buoni. L’ultima fatica dei fratelli Russo è decisamente riuscita e il generoso minutaggio concede loro il lusso di prendersi il tempo necessario per approfondire alcuni personaggi, con dialoghi talvolta ammantati di una patina di nostalgia e non forzatamente interrotti dalla solita battutina divertente inserita, con il cronometro in mano, dalla rodata ed affiatata coppia di sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely (molta esperienza con le pellicole Marvel, ma consiglierei di recuperare anche il sottovalutato Pain & Gain – Muscoli e denaro di un inedito Michael Bay in vacanza dai suoi soliti dispendiosi kolossal); chiaramente l’umorismo non manca mai, ma questa volta mi è sembrato di notare un maggiore equilibrio tra parti drammatiche, divertenti e d’azione. A proposito di scene d’azione: scordatevi le estenuanti ed eterne battaglie che occupano un terzo della storia, perché sembra quasi che i registi ci vogliano dire “Abbiamo già dato!” e penso proprio che abbiano ragione. Possiamo così goderci l’ottimo e numeroso cast, ormai come fosse di famiglia dopo tanti anni, che è in grado di coinvolgerci emotivamente senza per forza dover sfoderare muscoli guizzanti e unti come polli allo spiedo; con questo non voglio certo dire che “ne uccide più la lingua che la spada”, perché quando c’è da mena’ nessuno qui si tira indietro, però…
Nel 2008 iniziava con Iron Man una nuova era, quella che ha dato il via a un progetto così ampio, così esteso da far venire il mal di testa persino a uno come George Lucas con tutti i rimandi e i cliffhanger da un cinecomic all’altro, alla faccia di Star Wars e ai suoi capitoli numerati per benino, anche se in modo schizofrenico. Avengers: Endgame è la degna e, ma sì, entusiasmante conclusione di questa lunga fase che ha dato una dignità cinematografica al mondo del fumetto e che ha dimostrato di avere un grande rispetto nei confronti dei lettori e, quindi, degli spettatori di tutte le età. Lo riscrivo per gli scettici: “spettatori di tutte le età”. Al secondo spettacolo di oggi c’era sia il ragazzino che l’adulto… molto adulto; l’importante è riuscire a sognare ancora, poco importa se a occhi chiusi durante il sonno o ad occhi aperti pagando il biglietto d’ingresso al cinema.
«Mio padre mi portava al cinema di continuo. Mi ha raccontato del primo film che ha visto. È entrato in una sala buia e, su uno schermo bianco, ha visto un razzo volare nell’occhio dell’uomo nella Luna. Gli si è conficcato dentro. Ha detto che è stato come vedere i suoi sogni in pieno giorno». (Hugo Cabret, di Martin Scorsese, 2012)
Voto: 4/5
Avengers: Endgame
Regia di Anthony Russo e Joe Russo con Brie Larson, Scarlett Johansson, Karen Gillan, Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Winston Duke, Don Cheadle, Evangeline Lilly, Gwyneth Paltrow, Chris Evans, Josh Brolin e Jeremy Renner