Riscatto incompiuto. Ma nulla è perduto
La Ferrari in Bahrain era chiamata al riscatto. Ci è andata vicino, ma l'appuntamento con la vittoria è rimandato.
La Ferrari in Bahrain era chiamata al riscatto. Ci è andata vicino, ma l'appuntamento con la vittoria è rimandato.
Un pugno di sabbia o poco più è il bottino che la Scuderia Ferrari ha racimolato nel deserto di Sahkir, seconda prova stagionale del campionato di Formula 1 disputata in Bahrain.
Il miraggio di un facile dominio rosso, che era in atto fin dalle prime prove libere del venerdì, è svanito poco dopo la metà gara per un errore francamente imperdonabile (l’ennesimo di una lunga serie) di Sebastian Vettel, che, ostinandosi a resistere in curva al sorpasso del più veloce Hamilton, è andato in testacoda come l’ultimo dei principianti, danneggiando la vettura e vedendo svanire una doppietta che appariva ampiamente alla portata delle Rosse. A questo poi si è aggiunto il guasto meccanico occorso poco dopo al motore del suo compagno Charles Leclerc, leader incontrastato della corsa fino a quel momento, che lo ha privato di una vittoria che sarebbe stata tanto sorprendente quanto meritata, dopo l’ottima pole position conquistata in qualifica.
Il terzo posto agguantato in extremis dal pilota monegasco (complice l’intervento provvidenziale della safety car negli ultimissimi giri) è ben poco consolatorio al cospetto di una condotta impressionante, per tutto l’arco del weekend, di questo giovanissimo talento vestito di rosso. Sì, riteniamo non sia più un azzardo definire Leclerc un predestinato, un futuro campione. A 21 anni sta mostrando, oltre all’indubbio talento, doti di maturità e sicurezza sconosciute alla quasi totalità dei colleghi suoi coetanei (e non solo). Non a caso chi da subito ha creduto in lui e ha voluto a tutti i costi che scalzasse il pur affidabile Raikkonen dal sedile della Rossa, è stato il compianto Sergio Marchionne, uno che ci vedeva lungo su tutto.
Siamo solo alla seconda gara, non è certamente il tempo di alcun bilancio ma qualche dato interessante sembra emergere. Mercedes e Ferrari sono verosimilmente su livelli simili, la prima per ora più veloce in curva che in rettilineo, segno di una migliore efficacia telaistica emersa soprattutto nelle curve australiane; di contro un motore di Maranello che, pur con qualche problema di affidabilità, pare sia al top a livello di potenza. Red Bull leggermente staccata ma con un Verstappen sempre molto veloce e concreto.
Dalle prossime tre gare che si disputeranno su circuiti tecnici e veloci (prima di Monaco che per la sua unicità fa storia a sé) usciranno i primi verdetti di questa stagione. La Ferrari deve trovare soprattutto l’affidabilità per recuperare punti al più presto prima che Mercedes allunghi troppo il passo in classifica, baciata com’è anche dalla fortuna. Quella stessa fortuna con cui è a credito il buon Leclerc chiamato alla conferma. Il compito più gravoso, però, spetta a Vettel, che ora ha nel suo compagno di box un ulteriore temibilissimo avversario, oltre a quello di sempre, l’inossidabile Hamilton. Ma soprattutto c’è la sfida con lo spettro di se stesso, l’antagonista principale con cui il campione tedesco sembra convivere da ormai troppo tempo. Forza Seb!