Quando la neve si tinge di sangue
Nel suo nuovo film, "Un uomo tranquillo", Liam Neeson si dimostra tutto tranne che tranquillo.
Nel suo nuovo film, "Un uomo tranquillo", Liam Neeson si dimostra tutto tranne che tranquillo.
Liam Neeson è tornato e non è di buon umore.
Possibile che nessuno abbia ancora imparato che non si pestano i piedi a Liam Neeson? Tutti che tendono stupidamente a sottovalutarlo solo perché si pensa che un anziano con l’osteoporosi non possa menare, ma lui è quello che in Schindler’s List avrebbe preso a calci nel sedere i bastardi nazisti, altro che salvare dei poveri ebrei e farsi un piantino finale come un qualsiasi attoruncolo dell’Actors Studio!
L’action-hero della terza età torna questa volta sui nostri schermi come lo spazzaneve di una innevata cittadina e urla vendetta già a pochi minuti dai titoli di testa, ma non è tutto così scontato come il trailer furbetto vorrebbe farci credere: dopo un inizio serioso (vabbè, si fa per dire…) dove ci sembra di percorrere i soliti sicuri e cruenti binari alla Taken, il film prende una piega diversa e vira sul grottesco, con incursioni disinvolte nella commedia nera. Questa “sindrome di Fargo”, che colpisce il regista norvegese Hans Petter Moland, ha una sua spiegazione logica: Un uomo tranquillo è il rifacimento di In ordine di sparizione, altro titolo dello stesso autore di cinque anni prima. Ed ecco spiegato anche quel senso di déjà vu che potrebbe pervadervi durante la visione, dal momento che quella pellicola venne distribuita pure in Italia.
L’operazione fotocopia riesce comunque piuttosto bene, sebbene non riesca ad eliminare del tutto i difetti dell’archetipo e a migliorarne i pregi, neppure con la riscrittura a stelle e strisce del novellino Frank Baldwin; alcuni personaggi sono sprecati (si pensi solo ai due poliziotti), altri spariscono senza lasciare traccia e molti sono poco più che delle macchiette utili a giustificare il conteggio delle vittime nei titoli in sovrimpressione (in ordine di sparizione, appunto), mentre la storia divaga e per un po’ perde il focus sul protagonista preferendogli il bislacco circo di contorno.
Se nel 2014 una pellicola di questo tipo, soprattutto in quanto europea, veniva salutata come una piacevole sorpresa figlia illegittima di una copula tra i Coen e Tarantino, nel 2019 la sua versione americana non stupisce più di tanto lo smaliziato spettatore. Però intrattiene per due ore, il che è già una buona cosa, sempre che abbiate la memoria corta come il sottoscritto o che vi siate persi l’originale…
Voto: 3/5
UN UOMO TRANQUILLO
Regia di Hans Petter Moland
Con Liam Neeson, Laura Dern, Micheál Richardson, Michael Eklund, Bradley Stryker, Wesley MacInnes, Tom Bateman