Il tempo è quasi scaduto
Il campionato di B entra nel vivo. Otto partite, otto finali per raggiungere un obiettivo chiamato serie A.
Il campionato di B entra nel vivo. Otto partite, otto finali per raggiungere un obiettivo chiamato serie A.
Dopo le quattro vittorie negli ultimi cinque incontri, l’incontro casalingo con l’Ascoli – complice anche il turno di riposo del Brescia capolista – rappresentava una ghiotta occasione per avvicinare la prima posizione. In aiuto dei gialloblù erano arrivati anche il pareggio casalingo del Pescara e la rocambolesca sconfitta interna subita dal Benevento. I tre punti rappresentavano la soluzione obbligata, l’obiettivo minimo. Contro gli uomini di Vivarini, invece, non si è andati oltre un semplice pareggio. I bianconeri sono parsi squadra ben organizzata e coriacea tuttavia, per una squadra che non nasconde ambizioni di promozione, certe partite devono essere vinte. Senza se e senza ma. Uscendo dal Bentegodi imbattuto l’Ascoli non ha rubato nulla mentre i gialloblù, ai quali non si può comunque imputare la mancanza di impegno e buona volontà, hanno fatto oggettivamente troppo poco per meritarsi l’intera posta.
Il nocciolo della questione è sempre quello che accompagna la squadra di Grosso sin dall’inizio di stagione. Le trame di gioco sono belle da vedere ma spesso infruttuose. Molto gioco in orizzontale – peraltro sempre ben fatto – ma scarsa verticalità. In buona sostanza le occasioni da gol si contano con il contagocce. Contro i bianconeri, alla conta dei fatti, i gialloblù, tolta la conclusione vincente di Pazzini, hanno inquadrato lo specchio della porta solamente in un’occasione. Inutile ricordare che la palla da sola difficilmente finisce in rete. Servirebbe maggior concretezza, maggior cattiveria agonistica, maggior personalità. Tutte doti di cui la squadra ha sempre dato sensazione di non disporne in quantità sufficiente. E senza queste caratteristiche ben consolidate nel proprio Dna si rischia di doversi affidare alla buona sorte che dà e toglie alla stessa maniera. Così facendo, il rischio di non centrare l’obiettivo diventa pericolosamente sempre più reale.
La sosta per gli impegni delle nazionali consentirà a Fabio Grosso di ridurre il numero degli ospiti dell’infermeria e affilare le armi in vista dello sprint finale. Dopo la trasferta di Cremona – alla ripresa del campionato – i gialloblù saranno attesi da quattro scontri diretti. Brescia e Benevento in casa, Palermo e Pescara lontano dal Bentegodi. Un poker di incontri ad “alta tensione” al termine dei quali Pazzini & C. saranno in grado di intravedere più da vicino i contorni del loro destino. Il sogno è la promozione diretta, l’alternativa la solita indecifrabile lotteria dei play off. Una roulette russa in piena regola. Come ha chiosato proprio capitan Pazzini, al termine dell’incontro «ci aspettano otto finali» il che significa ben ventiquattro punti in palio. La storia del campionato cadetto insegna che bisogna farsi trovare pronti negli ultimi due mesi. Il rovescio della medaglia, tuttavia, è che non bisogna commettere errori. Anche il minimo passo falso può risultare irrimediabilmente fatale.
Il grande Dan Peterson, famoso coach di basket oggi apprezzato commentatore televisivo, ricorda sempre «che nel basket fino a quando i punti di distacco sono inferiori ai minuti che mancano alla sirena, la partita si può vincere». Nel calcio la cosa non è del tutto speculare, tuttavia, potremmo dire che data l’attuale situazione di classifica, per i gialloblù tutto è ancora possibile. L’obiettivo della promozione diretta è ancora alla portata della squadra di Fabio Grosso. Attenzione, però, a non aspettare troppo. Il tempo è quasi scaduto.