Il pericoloso proliferare delle droghe tra il pubblico più giovane. La loro facile reperibilità nel mondo di Internet. L’annoso dilemma della liberalizzazione delle droghe leggere. Tutti temi di estrema attualità. Se ne è parlato in un convegno dal titolo Le nuove droghe: un pericolo che viene da Internet, organizzato dalle Scuole “Alle Stimate” in collaborazione con il Comune di Verona e con l’AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche).
Relatore della serata il dottor Giovanni Serpelloni, già capo dal 2008 al 2014 del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attualmente Direttore del Dipartimento Dipendenze presso l’ULSS 9 Scaligera di Verona e Senior nr-fellow presso l’University of Florida- Drug Policy Institute, Department os Psychiatry in the College of Medicine. Un’aula gremita di genitori ha assistito interessata, pienamente consapevole dell’importanza di non sottovalutare un tema come quello del diffondersi delle droghe tra i ragazzi.
I numeri di questo fenomeno sono di estremo rilievo. Il 15% della popolazione mondiale, circa 17,2 milioni di persone, fa uso di Cannabis, in una fascia di età compresa tra i 14 e i 34 anni, con una zona “critica” identificata tra i 14 e i 18 anni. A far più paura della Cannabis il mondo delle droghe sintetiche, spesso ancora più pericolose. Senza dimenticare, naturalmente, altre droghe altrettanto pericolose come le anfetamine o l’eroina. Molte di queste droghe sintetiche sono addirittura facilmente reperibili nel mondo di internet. Come ha evidenziato il dottor Serpelloni «diversi siti web consentono di ordinare online dosi di droghe sintetiche. L’ordine rimane assolutamente anonimo e il pagamento viene effettuato con criptovalute, tipo bitcoin, quindi impossibili da tracciare. Gli attori principali – produttori, grossisti, distributori, riscossori – si trovano in Paesi diversi; aspetto quest’ultimo che rende molto difficile il controllo da parte delle forze dell’ordine, vista l’esistenza di normative diverse da un Paese all’altro. Il mercato on line, inoltre, è oramai vicino a sostituire quello su piazza».
Mentre dal 2014 il Governo italiano ha accantonato ogni forma di politica antidroga, il mondo della droghe continua a viaggiare impetuosamente “a braccetto” con quello del business. Sono molte le aziende che hanno deciso di investire sul marchio “Cannabis Light” per i loro prodotti. Una vera e propria azione di co-marketing destinata nei prossimi anni a sviluppare numeri importanti in termini di ritorni economici. L’eterno dilemma è sempre lo stesso: “Healt or gain? Salute o Guadagno?”. Da quello che si vede, il tanto famigerato “dio denaro” rischia di prevalere ancora una volta a scapito di un’antagonista ben più importante: la salute dei nostri figli.
A ciò si aggiunge il sempre più annoso dibattito riguardante l’eventuale liberalizzazione delle droghe leggere. L’attuale proposta, attualmente giacente nelle aule delle Commissioni Governative, si intreccia inevitabilmente con il proliferare di negozi a marchio “Cannabis Light”. La città di Verona, sotto questo punto di vista, risulta addirittura essere una delle più attive. La posizione del dottor Serpelloni in questo caso è molto chiara: «Il messaggio più grave che deriva da tutto questo è l’inevitabile, ma assolutamente sbagliata, bassa percezione del rischio. La Cannabis light contiene Cannabidiolo (Cbd) e Delta-9-thc (Thc). La prima è una sostanza farmacologicamente attiva con effetti “rilassanti” mentre la seconda, se mantenuta sotto il valore di 0,6% rimane legale, anche se per uso non umano. Tuttavia, con 30 grammi di Cannabis light, con un sistema seppur pericoloso che utilizza il gas butano, è possibile estrarre fino a 15 milligrammi di Thc. A questo bisogna aggiungere che il cannabidiolo è una sostanza usata negli Usa per la cura dell’epilessia resistente nei bambini. È lo stesso concetto di light – conclude – ad essere errato».
In tutto questo assumono un ruolo di fondamentale importanza i genitori. I dilemmi sono sempre gli stesse: come parlarne ai propri figli? Quali sono i motivi che possono indurre un ragazzo a fare uso di droghe ? Secondo Serpelloni «le principali cause sono da ricercare in una certa predisposizione, il più delle volte sconosciuta, oppure nella famiglia e nelle cattive compagnia. Il fattore dominante è quello, comunque, della predisposizione genetica intesa come vulnerabilità. Il compito dei genitori è quello di parlare liberamente ai propri figli di tutto quello che potranno incontrare sulle strade della loro vita, cercando di trasmettere un messaggio di piena e assoluta contrarietà all’uso di qualsiasi tipo di sostanza».
In chiusura, il monito che arriva dalle parole di Martin Luther King: «Può darsi che non siate responsabili della situazione nella quale vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per poterla cambiare».
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