Non si tratta di una febbre social dei nostri giorni. Ritrarre Fido è un trend in voga fin dall’antichità. Al punto che artisti di tutto il mondo hanno celebrato la connessione secolare tra il cane e gli esseri umani, immortalandoli per sempre in un ritratto in stile rinascimentale o scolpendo il loro profilo in una scultura in bronzo.
Ed è proprio la devozione al miglior amico dell’uomo quella celebrata dalla mostra Cani in posa. Dall’antichità ad oggi ospitata alla Reggia di Venaria di Torino, da poco prorogata fino al 19 maggio 2019. L’esposizione trasforma la storica residenza sabauda in un ideale “club cinofilo artistico” e consente al visitatore di comprendere come il cane abbia da sempre avuto un ruolo fondamentale nella grande pittura e nel mondo dell’arte figurativa occidentale.
Curata da Francesco Petrucci e organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude insieme a Glocal Project Consulting, l’esposizione vanta capolavori provenienti da importanti musei nazionali ed internazionali, come gli Uffizi, i Musei Vaticani, la Reggia di Caserta, la Galleria Nazionale di Sofia, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Tra gli artisti che hanno reso perenne l’immagine del cane nella storia dell’arte vi sono Giovan Battista Tiepolo, Antonio Canova, Jacopo Bassano, Frans Snyders, fino a contemporanei come Eliott Erwitt, Keith Haring e molti altri.
La rassegna d’arte è suddivisa in cinque grandi sezioni: si parte da “Cani nell’antichità”, con sculture e manufatti della civiltà greco-romana, per passare attraverso il settore che dà il titolo all’esposizione “Cani in posa”, con ritratti di cani, fermi o in azione (XVI-XXI secolo) e “Cani, uomini e donne in posa”, dove quest’ultimi sono raffigurati in compagnia di uno o più quattrozampe (XVI-XXI secolo). Si prosegue poi con “Cani in scena”, in cui l’animale è inserito all’interno di importanti avvenimenti storici (XVI-XXI secolo) fino a “Cani immaginari”, dove l’immagine del cane è trasformata grazie alla fantasia degli artisti moderni e del mondo del fumetto (XVI-XXI secolo).
Palazzo Martinengo a Brescia ospita invece fino al 9 giugno l’esposizione “Gli animali nell’arte dal Rinascimento a Ceruti”, che in 80 dipinti illustra il ruolo chiave che gli animali hanno svolto nella pittura italiana nel periodo compreso tra Cinquecento e Settecento.
La mostra, organizzata dall’Associazione amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio del WWF e della Regione Lombardia, Provincia e Comune Brescia, vanta opere, tra gli altri, del Guercino e di Giacomo Ceruti (detto il Pitocchetto).
Ma la più vasta gamma di belle arti canine ha trovato la sua collocazione ideale al “Museum of the Dog” dell’American Kennel Club (AKC) a New York City: una galleria permanente dedicata alle opere d’arte che ritraggono il nostro amico più fedele, nella sua nuova sede di 101 Park Ave, inaugurata l’8 febbraio scorso. Un percorso dedicato all’amore cinofilo nell’arte, impreziosito da una raccolta di dipinti, sculture, incisioni, disegni e fotografie, opera di famosi artisti come Sir Edwin Landseer (il pittore preferito della regina Vittoria), Maud Earl, Arthur Wardle e molti altri che tanto hanno amato i propri beniamini a quattro zampe.
La collezione spazia dalla scienza – con artefatti che ripercorrono la storia del cane e reperti del diciannovesimo secolo come Belgrave Joe, lo scheletro del Fox Terrier capostipite della razza – alla celebrità, con ritratti di animali domestici appartenuti a reali o a capi di stato, accanto all’omaggio alle stelle canine del cinema, da Lassie a Beethoven.
Anche il Museo del Cane newyorkese dedica la sua prima mostra all’esplorazione del rapporto tra uomo e cane. Intitolata For the Love of All Things Dog, l’esposizione presenta oltre 100 dipinti e 200 opere d’arte in 3D che raffigurano il miglior amico dell’uomo in posa o in azione: come aiutante durante la caccia (come in Nornay Saddler del pittore americano Edwin Megargee, l’artista che ha ispirato il famoso logo dei Greyhound Bus, in cui un Fox Terrier è ritratto nell’erba mentre attende il comando del padrone) o in qualità di attento soccorritore, (come in I Hear a Voice dell’artista anglo-americana Maud Earl, in cui un San Bernardo è dipinto sulla cima di una montagna, intento ad ascoltare un grido di soccorso) oppure come compagno di vita (ad esempio nel ritratto di Christine Merrill Millie on the South Lawn dedicato allo Springer Spaniel di George e Barbara Bush, affiancato da una teca con una lettera nella quale la stessa Barbara elogia l’amore per i cani).
Al secondo piano del Museo sono esposte dodici teche contenenti ben 120 sculture dedicate ai quattrozampe, a cui si affiancano esempi di arte contemporanea, come le surreali foto dei cani Weimaraner dell’artista americano William Wegman, ritratti con sembianze e in pose umane, e come alcune cucce da esposizione, tra cui quella in stile palladiano realizzata da Juan Pablo Molyneux.
La maggior parte delle opere sono state donate al Museo da collezionisti appassionati di specifiche razze e documentano sia il modo in cui quest’ultime si sono sviluppate nel tempo, sia l’ascesa che il declino della loro popolarità.
E ai tempi in cui lo smartphone si è sostituito ai pennelli degli artisti, al Museo non poteva mancare il chiosco “Find your match” che, dopo aver scattato una foto, abbina il volto del visitatore alle razze canine, svelando quale sia il cane che più gli assomiglia.
Numerose le esperienze digitali offerte dal Museum of the Dog: dal tavolo touchscreen “Meet the Breeds” che permette ai visitatori di conoscere la storia, le caratteristiche e le rappresentazioni delle oltre 190 razze riconosciute dall’AKC, a “Molly”, un cucciolo di Labrador virtuale con cui è possibile interagire attraverso voce e gesti, fino ad “Arty”, il cane guida ufficiale del Museo, da attivare tramite app per farsi accompagnare attraverso le sale.
Non è necessario però andare fino a New York per esplorare più da vicino la relazione tra cani e padroni attraverso l’arte: a Mondragone (CE) si può visitare Foof, il primo museo e parco in Europa interamente dedicato al cane, con oltre 70.000 metri quadri di verde, che affianca allo spazio dedicato all’esposizione artistica l’opportunità di adottare un cane dal rifugio in loco. Tra le collezioni ospitate, l’esposizione di oltre 120 collari risalenti all’epoca romana, ma anche medioevali, barocchi, fino ai più contemporanei, sculture ispirate ai cani, tra cui due famose opere dell’artista Jeff Koons, oltre ad un’escursione fotografica di nobili reali, politici e celebrità ritratti con i loro animali da compagnia.
Perché si sa, pet-influencer o meno, da sempre avere un cane ci rende artisticamente, e non solo, molto più interessanti.