Eupalla ci spieghi. La Virtus è una delle poche cose belle che val la pena di vivere e raccontare nel calcio malato di oggi, eppure il Dio Pallone pare nutrire rancore e lanciare i suoi strali in direzione di Borgo Venezia. Non bastassero sconforto e sconcerto, una partita come Virtus-Triestina suscita cattivi pensieri anche nelle anime più innocenti.
Gran bella Virtus quella che per 92 minuti ha messo sotto scacco la quotata Triestina. Squadra corta, rapida negli scambi e nelle verticalizzazioni, e finalmente più quadrata e solida in mezzo al campo grazie ai nuovi innesti di gennaio. Dopo un primo tempo da applausi, in cui Grbac e compagni han fatto arrossire il blasonato ospite, l’irriverente banda di Fresco ha tutto sommato ben contenuto il forcing avversario, a dire il vero piuttosto sterile, senza soffrire più del lecito. Quando ormai eravamo pronti a ballare e cantare come Gene Kelly sotto la pioggia (i tre punti sarebbero stati il legittimo raccolto di quanto seminato), è arrivata la sassata di un ingiusto e atroce castigo. Difficile persino da commentare.
Già il pareggio in pieno recupero suonava come una beffa, ma arrivare a perdere una partita già vinta, per un rigore inesistente concesso al minuto 95, è un fiele troppo amaro da ingoiare. Non sappiamo che mai avrebbe dovuto fare il malcapitato Danieli per evitare l’impatto con El Diablo Granoche, furbo a piombargli addosso dopo averlo messo nel mirino. E allora oltre che da Eupalla, attendiamo spiegazioni anche dagli arbitri, perché il signor Luciani di Roma con la frittata (il fallo lo ha commesso semmai Granoche) ha girato pure la partita. Se vogliamo dirla tutta, non è certo la prima volta che in questo campionato i fischietti ci vanno giù con la mano pesante sul coppino della piccola Virtus. Per approfondire il tema, andate pure a rivedervi ad esempio la gara al Gavagnin con Sambenedettese e troverete spunti per una nuova spy story degna di John Le Carrè. Siccome l’elenco galeotto è bello ricco, vedrete che pure a voi qualche pensieruccio malandrino frullerà per la testa. Stop alle recriminazioni, e veniamo ora ai mea culpa. Sono tanti pure quelli.
E questi ce li dovrebbe spiegare il buon Gigi Fresco. Se con la zavorra di 37 gol presi sei la peggior difesa del campionato e se su sedici sconfitte, dieci sono arrivate sul filo di lana, bisogna oggettivamente pur riconoscere come anche il Lider Maximo e i suoi prodi un po’ del loro ce lo mettano. Se le partite durassero 85 minuti, la truppa stazionerebbe a metà classifica. Il braccino è quello del tennista, ma colpisce da sempre senza pietà a tutte le latitudini della galassia sportiva. La Virtus ne ha una vera e propria sindrome. Liberarsene è a questo punto un obbligo. Diversamente, la salvezza diventa assai difficile. Il resto lo facciano la benevolenza di Eupalla e fischietti un po’ meno maligni. Più che una speranza, è un vero augurio.