Dopo la pesante sconfitta di Brescia, l’inesorabile tam-tam che ne è seguito e che ha visto come principale obiettivo Fabio Grosso ha ricordato una scena di shakespeariana memoria. Un film già visto. Da una parte tutti coloro che ne chiedevano la testa, ritenendolo oramai indifendibile, dall’altra una società rappresentata da presidente e direttore sportivo, immersa in nuova tragicomica notte di riflessione per decidere il da farsi. Nel mezzo un continuo susseguirsi di nomi sui possibili sostituti. Baroni, Prandelli e il quasi “dimenticato” Malesani tra i più gettonati. Risultato? Tanto rumore per nulla.
AVANTI CON GROSSO Al termine di due giorni campali l’unica novità è stata la “non novità”. Nessuna traccia di cambiamento. Il progetto continua con Fabio Grosso alla guida. L’ufficialità, dopo le consuete ed immancabili voci di corridoio, è arrivata con un comunicato stampa firmato direttamente da patron Maurizio Setti. Un scelta, quella di rinnovare la fiducia al tecnico, decisamente controcorrente che non ha fatto altro che alzare terribilmente il termometro della contestazione. La decisione del presidente è stata vista dalla tifoseria quasi come un atto di sfida verso un popolo, quello gialloblù, attaccato come non mai alla propria storia ed ai propri colori e sempre più convinto di avere di fronte una società assente e “sorda”, quasi irrispettosa di tutto e di tutti.
I DUBBI RESTANO Il calcio non è solo sentimento ma deve giocoforza prendere in considerazione l’aspetto sportivo. Secondo gli “abitanti” della stanza dei bottoni gialloblù, siamo di fronte ad un trend tutt’altro che positivo, ma questo sembra non aver ancora scalfito la convinzione di disporre di una squadra e di uno staff tecnico ancora assolutamente in grado di centrare l’obiettivo. La conferma di Fabio Grosso, invece, non può che trascinare con sé una lunga scia di incertezza. Dopo dodici giornate i numeri sono lo specchio inequivocabile di una squadra in piena e totale crisi di gioco e di risultati. Un gruppo ancora alla ricerca di una precisa identità guidata da un tecnico che sembra aver smarrito la strada maestra.
FIDUCIA A TEMPO La rinnovata fiducia verso l’ex tecnico del Bari, tuttavia, non può che essere a tempo. Le prossime sfide tutt’altro che facili con Palermo e Pescara in casa e Benevento lontano dal Bentegodi rischiano di diventare il capolinea annunciato di una stagione partita sotto ben altri auspici. A dir la verità già la sfida casalinga con il Palermo, in programma tra due settimane alla ripresa del campionato dopo la sosta per la nazionale, assume i pericolosi contorni del “dentro o fuori”. Un eventuale passo falso non lascerebbe spazio a nuovi attestati di fiducia. L’atmosfera, già ora particolarmente calda, potrebbe rendere l’aria del Bentegodi quasi irrespirabile. Altro che dodicesimo uomo in campo. Ma la domanda è un’altra? Un eventuale successo basterebbe a dipanare i dubbi e le perplessità accumulate in questi tre mesi? La risposta potrebbe sembrare quasi scontata. Staremo a vedere.