Chi sei?
Riccardo, all’anagrafe Riccardo Giuseppe Poli, nato il 24 dicembre 1982 e per questo ho sempre ricevuto un solo regalo per Natale e compleanno. Che tristezza direte voi. No, mi sono rimboccato le maniche e cerco di farmi un regalo ogni giorno facendo quello che mi piace. E quello che mi piace fare è la radio, fin da ragazzo, fin dal primo programma su Radio Verona a 16 anni, l’Ora del Te freddo, con Sebastiano Ridolfi, amico e sodale delle mie prime scorribande sull’etere. Nasco a Verona, studio Scienze della Comunicazione, ma poi all’età di 26 anni emigro a Milano, perché si sa “Milan l’è on gran Milan”. E se vuoi lavorare nella comunicazione in Italia li devi andare. Mi innamoro della città, non soffro di nostalgia, mi godo il quartiere in cui vivo, NoLo, ovvero quello spicchio di città a nord di Piazzale Loreto. Questo in breve chi sono, ovviamente se volete ci prendiamo un caffè e vi racconto anche di quella volta che dondolandomi sulla sedia mi ruppi la testa contro un termosifone…
 Cosa fai?
Quando mi chiedono cosa faccio di solito rispondo “Lavoro in radio, che è sempre meglio che lavorare” e strappo qualche sorriso. In realtà faccio quello che ho sempre sognato di fare: l’autore e il conduttore in radio. Dal lunedì al venerdì spendo le mie ore a Radio 24, l’emittente del Sole 24 Ore, per costruire il programma serale, La Zanzara, condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, insieme al team di redattori e autori che stanno dietro le quinte di questo format pazzesco. Poi, visto che dopo nove anni di onorato servizio nel backstage mi mancava andare in voce, da quest’estate conduco con Alessandro Longoni, Beppe Salmetti e Andrea Roccabella Off Topic, un programma sempre su Radio 24 di mezz’ora dedicato ai luoghi comuni, si quelli da bar, quelli che usiamo quando siamo in ascensore ed entra dentro quel vicino di casa cui non hai mai rivolto la parola ma con il quale è arrivato il momento di sfoderare il sempreverde “eh, certo che non ci si sa più come vestire per andare fuori”.
Cosa farai?
Eh, bella domanda. Da un annetto sto curando con i miei vicini di casa a NoLo un piccolo esperimento di radiofonia comunitaria, su base volontaria, nato dalla social street del mio quartiere. Si chiama Radio Nolo e per ora conta una decina di programmi in podcast ideati e prodotti dai miei vicini di casa che mai avevano fatto radio. Abbiamo anche uno studio in vetrina nel quartiere. L’idea è quella di creare uno streaming 24 ore su 24, insomma una vera e propria web radio. E poi Off Topic, il programma radio, diventerà ad aprile 2019 uno spettacolo teatrale in tre date al Teatro Filodrammatici di Milano. Un esperimento che mi vedrà sul palco per la prima volta in vita mia per svelare i segreti della radio in teatro.
Da dove vieni?
Vengo da Chievo, un piccolo quartiere a Nord di Verona, che quando mi ci sono trasferito a 6 anni manco ci passava l’autobus, era pieno di verde e gli unici palazzi di 5 piani erano quelli dove abitavo con la mia famiglia. Ora Chievo è conosciutissimo, ma siccome a me del calcio non me ne frega niente, quando torno lo vivo con gli occhi di chi girava per via Crotone, per via Trapani, per il Borgonuovo con la sua bicicletta nei pomeriggi estivi in cerca di una gelateria aperta.
Da quanto tempo vivi a Milano e come descrivi questa esperienza fuori ‘casa’.
Vivo a Milano da quasi 10 anni, è una città meravigliosa, in cui puoi sentirti a casa anche se non ci sei nato. Questo perché di veri milanesi ne sono rimasti pochi e quindi è facile creare legami con le persone che ci vivono da “fuori sede”. E’ un po’ la mia esperienza Erasmus che non ho fatto all’Università. L’ingresso in Nolo Social District, la social street del quartiere, è stato fondamentale per conoscere le persone che oggi posso definire amici. Non passa giorno che non succeda qualcosa in quartiere o che non si voglia organizzare un evento per portare le persone fuori dalle proprie case e vivere la dimensione della strada insieme. La sera difficilmente ceno a casa: c’è sempre un invito, una riunione, una festa, un nuovo locale da provare. L’unico vero neo è che rischi di non uscire più da NoLo. Alla fine Milano è una città composta da diversi quartieri, attraversarla in bicicletta è facile per quanto poco sicuro, più che una metropoli io la vivo come un grande paese, un microcosmo dove sperimentare nuove esperienze con una velocità diversa rispetto a tutto il resto dell’Italia.
Amore e odio per Milano: ovvero cosa ami cosa odi e cosa adori?
Amo la varietà del cibo che posso trovare, amo la facilità con cui si possono stringere amicizie e conoscenze anche solo per una sera in compagnia, amo l’efficienza dei mezzi pubblici che ti permettono di non avere una macchina di proprietà. Odio il fatto che per comprare casa i prezzi non siano proprio accessibili, odio lo smog e il fatto che non ci siano le montagne vicine, odio la speculazione edilizia che è stata fatta in alcuni punti della città e il fatto che potrebbe avere molti più parchi. Mi piaciucchia a volte l’indifferenza della città, il fatto che puoi passare inosservato se ti va, ma anche che se decidi che ti vuoi buttare in qualcosa c’è sempre qualche pazzo disposto a seguirti.
Riccardo e la radio: dicci di voi due.
La faccio, non la ascolto. Lo so sembra un paradosso, ma per esempio quando non sono in redazione a La Zanzara perché mi piglio un permesso, non ho il coraggio di ascoltare quello che sta andando in onda perché mi sale il nervosismo e l’ansia che qualcosa possa andare male. E poi la radio mi piace perché ha mandato a fanculo l’immagine, ci sei solo tu, il microfono, la tua voce e le tue idee. Per ora conviviamo bene, non ci siamo mai lasciati da 20 anni a questa parte ma credo che presto lei chiederà il divorzio…
Radio NoLo, ovvero una social radio di quartiere: perche?
Perché secondo me imparare a fare radio insegna un sacco di cose su come funziona l’informazione oggi come oggi. Il nostro quartiere è sempre raccontato come “pericoloso”, “borderline”, “pieno di immigrati (come se questo fosse un problema)”. Ci siamo detti “Ma vogliamo raccontare come stanno le cose veramente, anche con un po’ di leggerezza?” e ci siamo risposti che si poteva fare. Il claim di Radio NoLo infatti è “Racconti dal quartiere” perché forse lasciare un archivio di memoria verbale, musicale, sonora in generale di una parte di Milano può servire per cambiare la percezione che si ha di quel luogo.
Che rapporto con la social street?
La social è stato l’incubatore per così dire della radio, i legami di amicizia nati dalle iniziative organizzate dalla social sono stati il motore propulsore di Radio NoLo, che è anche un’associazione di promozione sociale per il quartiere. La social rimane una realtà informale, la radio ha bisogno di una struttura più complessa per vivere. La social è stata la mia chiave di accesso per conoscere persone, per alimentare sogni e speranze a Milano, per crescere anche professionalmente e per avere la sicurezza che se scendo al bar non sono mai solo a bermi un bicchiere di vino.
Radio NoLo: per chi?
Per tutti, sia nell’ascolto che nella produzione. Grazie ai corsi di media education organizzati nei mesi scorsi tutte le persone interessate a far parte attiva della radio hanno imparato i rudimenti della produzione radiofonica e si stanno cimentando nella creazione dei formati. In redazione siamo circa un’ottantina di vicini di casa, per 11 format attualmente in onda. Sul fronte degli ascolti da novembre 2017 a giugno 2018 abbiamo raggiunto i 20 mila download dei podcast, una bella risposta per un quartiere che sta nascendo sotto i nostri occhi.
Radio NoLo: cos’e’ esattamente, come siete organizzati?
Radio NoLo è una realtà attualmente fruibile in podcasting dal sito, anche questo costruito e animato nei contenuti da volontari-vicini di casa. Il palinsesto conta 11 programmi, dal GiorNoLo Radio, il settimanale di informazione iperlocale su NoLo, a Umani a NoLo, il format che racconta le storie dei suoi abitanti; da SUPERPOP, il programma dedicato alla musica Pop con dj e produttori del quartiere, a Ginocchio da Cinema, il format dedicato al cinema in collaborazione con il cinema Beltrade, storica realtà di quartiere. E poi le ricette dall’Italia e dal mondo con Buffa Quanto Basta, il mondo del teatro con Tanta Merda, l’oroscopo con OroscoPorcu, NoLo l’età, un programma che mette a confronto le generazioni del quartiere su differenti temi, Nouvelle, format di musica elettronica con mixtape di dj donne da tutta Europa, il radiodramma NoLo non esiste e il format Chat&Play sulle band emergenti di Milano e del quartiere. Ogni programma ha un caporedattore e la radio si è dotata di figure di riferimento per l’ambito tecnico, musicale, marketing e comunicazione e per l’area eventi. Spesso infatti la radio viene coinvolta nel quartiere in differenti modi per sostenere o promuovere gli eventi che vengono organizzati a NoLo. O la radio stessa è promotrice di eventi durante l’anno, per sponsorizzare i programmi e per alimentare il fundraising visto che il progetto è basato sul volontariato e sulle donazioni dei soci.
Pro e contro dell’esperienza di Radio NoLo?
I pro sono sicuramente quelli di aver creato uno spazio di aggregazione nuovo on-line e off-line. La radio infatti ha uno spazio in una delle vie principali del quartiere in vetrina, uno spazio donato dal Cinema Beltrade che ha destinato 6 metri quadri fronte strada al nostro progetto a titolo completamente gratuito. I contro sono la difficoltà di mantenere vivo l’interesse nel progetto, soprattutto nei redattori che lo animano. Non avendo scopo commerciale ma soltanto sociale, è una difficoltà relativa, nel senso che quando uno comincia un progetto del genere sa anche che potrebbe naufragare. Non lo spera ma lo mette in conto.
Lo sai che a Verona c’e’ una social street? Se non lo sai ti stupisce o te lo aspettavi?
Non sapevo dell’esistenza di una social a Verona. La cosa non mi stupisce anzi mi fa sperare che la socialità possa crescere anche in una città dove i legami spesso sono fragili e poco sentiti. Personalmente ho trovato molto più calore umano e affezione a Milano rispetto a Verona, dove la gente, pur avendo radicata la cultura del bar e della condivisione, difficilmente si espone in prima persona con le proprie idee e con progetti a lungo termine. Speriamo che da una social street ne possano nascere altre e da qui arrivare a una socialità diffusa in città.
A Verona non c’e’ una radio come Radio NoLo… Secondo te ci puo’ stare che nasca, che consigli dai ai vostri ipotetici colleghi?
Credo che Verona non sia così “attraversata” come Milano, che non viva quel “via vai” di persone che è la cifra specifica della città meneghina. E’ vero che Verona è stata tra le capofila nel fenomeno delle radio universitarie, non mi stupirebbe nascesse una radio come Radio NoLo ma credo sia un po’ più difficile rispetto a Milano. Lo spero, così si potrà pensare a un bel gemellaggio, cosa che abbiamo già realizzato con una radio di Madrid nata in un barrio molto simile a NoLo.

Parte della redazione di Radio NoLo

Di Verona cosa ti manca?
Quasi nulla, forse la facilità con cui si può girare in bicicletta senza rischiare la vita.
Di Verona cosa non ti manca?
La diffidenza delle persone.