La nuova guida storico-artistica del Museo di Castelvecchio, a cura di Fausta Piccoli, Luca Fabbri ed Antonella Arzone, pubblicata dalla Panini Editore (2024), è nata in un momento di grande vigore per il museo, alle prese con mostre, scavi archeologici nell’area della chiesa di San Martino in Aquaro e l’ampliamento delle collezioni bibliotecarie. L’opera, interamente realizzata dai curatori, unisce competenze diverse per raccontare in modo semplice ed accurato storia e collezioni dell’intero complesso monumentale.

I testi, rigorosi ed aggiornati, sintetizzano in ordine cronologico le vicende castellane a partire dal biennio di fondazione (1354-1356) arrivando ai grandi allestimenti di Antonio Avena e Carlo Scarpa. Il percorso museale si estende in 26 sale espositive e comprende ampi spazi esterni, giardini, torri e camminamenti di ronda da cui è possibile ammirare il Ponte sull’Adige e la città di Verona dall’alto. Il restauro e l’allestimento attuale sono frutto del lavoro dell’architetto Carlo Scarpa che tra 1958 e 1972 ha trasformato radicalmente il museo.

Storia e nascita di un museo

Il volume si articola in tre parti distinte, suddivise in paragrafi. La prima parte si sofferma sulla storia del castello, fatto erigere dalla potente famiglia degli Scaligeri, grazie alla quale il maniero acquisì un ruolo difensivo e militare che perdurò nel tempo, dalla dominazione veneziana fino alla reggenza francese, culminando fino al 1866, anno in cui il Veneto passò dall’Austria al Regno d’Italia. Terminata la prima guerra mondiale, il direttore Antonio Avena (1882-1967) trasformò il castello in una collezione d’arte medievale, moderna e risorgimentale.

L’apertura del Museo di Castelvecchio risale al 1926, dopo anni di restauri continui che lo riportarono alle atmosfere medievali. Tuttavia, fu con l’arrivo del direttore Licisco Magagnato, letterato e storico dell’arte vicentino, che il museo fu rinnovato radicalmente dall’architetto Carlo Scarpa.

La Crocifissione del Maestro di Sant’Anastasia, prima metà del XIV secolo. Foto di Cristina Cuttica.

La ricchezza delle collezioni custodite a Castelvecchio

La seconda parte del volume segue il percorso di visita nelle sale, attraversando Galleria delle sculture dove vengono descritti i lavori dei maestri scultori veronesi, le due regge con opere di Bellini, Andrea Mantegna, Liberale Da Verona, Nicolò Giolfino e la Galleria dei Dipinti, con pale di Girolamo Dai Libri, Tintoretto, Paolo Veronese, Antonio Balestra, Paolo Farinati, Giambettino Cignaroli ed altri importanti artisti di scuola veronese.

La terza ed ultima parte del volume approfondisce le collezioni custodite nel museo che per ragioni di tutela non vengono esposte, come il Gabinetto di Disegni e stampe, l’Archivio Carlo Scarpa, la collezione numismatica, le collezioni del museo del Risorgimento e quelle di armi africane ed orientali appartenute al conte veronese Arrigo Balladoro.

Una menzione a parte merita la Biblioteca d’arte del Museo di Castelvecchio, aperta al pubblico e dotata di un’ampia collezione di volumi a tema storico-artistico. Un centro di documentazione importante per gli studi settoriali, frequentato da studenti, visitatori ed appassionati d’arte.

Nella Sala Marconi, adiacente alla biblioteca ed oggi adibita a sala riunioni è stata recentemente ricollocata la libreria appartenuta a Licisco Magagnato (1921-1987), un tempo ospitata a Palazzetto Fontana al Teatro Romano, già dimora di residenza dei direttori museali.

La biblioteca, centro di studio e di divulgazione

La copertina della Guida – Museo di Castelvecchio edito da Panini (2024).

La biblioteca è notevolmente impegnata anche a livello editoriale, con la rivista di studi artistici Verona Illustrata e la neonata Natureculture, collana di pubblicazioni monografiche del Museo di Storia Naturale di Verona incentrata sull’evoluzione storica del pensiero scientifico.

L’intento è far conoscere l’identità del museo sotto il profilo della curatela, improntandolo verso una dimensione scientifica e divulgativa. Il volume Licisco Magagnato tra storia dell’arte e politica culturale (Panini Editore, 2023) mette in risalto l’attivismo del direttore vicentino come critico e curatore d’arte contemporanea, culminato nella direzione dei Musei Civici di Verona e Bassano del Grappa. Magagnano promosse l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali ed ebbe un sodalizio con Carlo Scarpa ed un legame di amicizia solido con gli scrittori vicentini Luigi Meneghello e Neri Pozza, delineando una figura di uno studioso di grande spessore.

Negli ultimi anni sono state pubblicate anche piccole monografie, sempre per Panini Editore, dedicati alla Casa di Giulietta, al Museo Archeologico al Teatro Romano e al Museo di Storia Naturale. Nella primavera 2024 è stato pubblicato il volume, curato da Alba Di Lieto e Marco Borsotti, intitolato La continuità dell’esporre. Allestimenti ai Musei Civici di Verona 2004-2023, che pone al centro le esposizioni realizzate dai musei scaligeri degli ultimi vent’anni.

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