La crisi che si è aperta sulla vicenda della Marangona non è nell’interesse di Verona e dei veronesi.

La città ha finalmente imboccato la strada del cambiamento e del miglioramento. I cantieri aperti rappresentano un segno tangibile di questo cambiamento, l’attenzione alla mobilità sostenibile e l’impegno per i diritti sociali e civili sono tutti tasselli di un mosaico più ampio che delinea una Verona più europea e aperta. Certo, la strada è ancora lunga, è necessario recuperare un immobilismo che dura ormai da un ventennio e per farlo serve il contributo di tutti. Per questo davanti a questa crisi che si è aperta all’interno della maggioranza occorre trovare una soluzione. Essa non può consistere in passi indietro di qualcuno, ma in un passo avanti di tutti i protagonisti del conflitto.

La sinistra che fa riferimento a Michele Bertucco deve comportarsi in ogni occasione come forza di governo. Ciò significa prendere atto delle compatibilità. Perché non vi sono le risorse per fare tutto quanto sarebbe bello fare. E perché in alcuni casi – come il filobus o il destino di Corte Alberti alla Marangona – abbandonare iniziative avviate da tempo significherebbe esporre il Comune a penali o indennizzi milionari.

La altre forze della maggioranza devono accettare sin dall’inizio, e non solo all’ultimo momento, il confronto di merito su ogni scelta rilevante dell’Amministrazione. Di fronte a rilievi provenienti dall’interno della maggioranza, la risposta non può essere l’accusa di fuoco amico. Deve essere, sempre e dall’inizio, una risposta che illustri a tutta la città le conseguenze delle diverse scelte che sono possibili.

Il Sindaco, infine, deve migliorare la propria strategia comunicativa. In una democrazia moderna, nessuno può accettare che, di fronte a rilievi e critiche, la risposta sia una polemica personale, o un appello alla fiducia oppure alla necessità di fare squadra. Chi esercita un potere deve infatti essere sempre “accountable”, deve cioè sempre esporre in modo articolato le ragioni di merito delle proprie scelte.

Quanto alle questioni urbanistiche sulle quali si è aperta la crisi, con lo sforzo di tutti si può trovare una soluzione. Alla Marangona non vi è solo Corte Alberti: si deve da subito avviare la discussione su come è possibile migliorare le soluzioni in campo – anche ridiscutendo la pianificazione con la Regione – per il Nassar, l’Ex Seminario e per molti altri ambiti che poco hanno a che fare con lo sviluppo del Quadrante Europa.

Trovare un compromesso alto è l’essenza della buona politica. Ciò significa individuare soluzioni che non solo siano tecnicamente valide, ma che ottengano anche il consenso e l’approvazione della cittadinanza. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede un impegno costante da parte di tutte le parti coinvolte, nella consapevolezza che il bene comune deve essere la stella polare di ogni azione.

Solo grazie ad un approccio collaborativo e lungimirante, riusciremo a superare le sfide attuali e a costruire una Verona più vivibile, sostenibile e inclusiva per tutti.

Luciano Butti, Giulio Saturni e Alberto Sperotto

© RIPRODUZIONE RISERVATA